IL COLTELLO
I carabinieri hanno ricostruito il tentato omicidio nei minimi dettagli. Quel giorno il gestore del Caffè Effeil di via Nomentana 657, poco dopo piazza Sempione, si era accorto che nella parte del locale dove ci sono i video poker, un cliente aveva messo il cellulare a portata di mano e un altro giocatore l’aveva rubato. Il barista bloccò in modo brusco il ladro: si fece consegnare il telefonino e cacciò il giovane a male parole dal bar.
Alessandro Riti non accettò quel trattamento e quindi si volle vendicare. Di pomeriggio ritornò al Caffè Effeil e colpì più volte con un coltello il gestore. Poi, fuggì a piedi. I testimoni indicarono ai carabinieri intervenuti sul posto che l’aggressore era in compagnia di un complice che non aveva partecipato all’accoltellamento ma comunque l’aveva spalleggiato.
LA TELECAMERA
Il complice è ancora ricercato anche se i militari sono sicuri che ha le ore contante. Invece per arrestare Alessandro Riti gli investigatori si sono basati su diversi elementi. Sono partiti dalle immagini della telecamera a circuito chiuso nella sala ”slot” dove l’aggressore è stato inquadrato mentre rubava il cellulare. Immagini abbastanza nitide che hanno messo sulla pista giusta i carabinieri comandati dal maggiore Alessandro Di Stefano. Un altro dettaglio importante fu la irreperibilità del sospettato. Subito dopo il tentato omicidio Riti era fuggito dalla sua abitazione che è vicina al bar sulla Nomentana.
I carabinieri l’hanno scovato in una comunità di recupero per alcolisti vicino Civitavecchia. Per lui sono scattate le manette anche per il riconoscimento fatto dalla vittimaavvenuto solo qualche giorno fa, quando le condizioni del barista sono migliorate ed è stato in condizioni di parlare. Alessandro Riti è stato rinchiuso nel carcere di Regina Coeli con l’accusa di tentato omicidio.
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