Nomentana, pasticcio ciclabile: pochi lavori e incroci pericolosi

Nomentana, pasticcio ciclabile: pochi lavori e incroci pericolosi
di Camilla Mozzetti
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Sabato 4 Agosto 2018, 10:21 - Ultimo aggiornamento: 10:36

Appena 510 metri realizzati su un percorso che si articola in 3.8 chilometri totali. Ad oggi sono questi i numeri della pista ciclabile di via Nomentana che in futuro dovrebbe collegare piazzale di Porta Pia a via Valdarno attraverso un percorso che strizza l'occhio alla mobilità sostenibile.

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Ne è certa la sindaca Raggi e il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che quattro giorni fa hanno svolto un sopralluogo nel primo (e unico) tratto di ciclabile ultimato. Lo spirito era all'insegna dell'entusiasmo: pronto il tratto che dal dicastero ai Trasporti arriva all'incrocio con viale Regina Margherita. E allora? Parliamo del 13,4 per cento del tracciato complessivo. Restano infatti più di 3.3 chilometri di pista da ultimare e realizzare ex novo prima di poter dire che l'opera sia davvero conclusa in un percorso che appare lineare solo sulla carta, tra attraversamenti potenzialmente a rischio e un crono programma che, nonostante gli annunci, rischia di allungarsi per mesi e mesi. Il Comune punta a chiudere l'opera in 400 giorni.


La prima pietra è stata posta lo scorso 22 gennaio e da allora sono stati realizzati meno di 100 metri ogni mese. Se questa è la media che l'amministrazione punta a confermare, pare difficile che il taglio del nastro possa avvenire nei primi giorni di marzo. Ma per capire davvero lo stato dell'arte, basta indossare al polso un conta-chilometri e avventurarsi (a piedi) lungo tutto il tragitto segnato nel progetto. Cosa si scopre? Che i lavori procedono a rilento e in alcuni tratti la pista è tutt'altro che sicura, complici almeno tre attraversamenti obbligati e potenzialmente pericolosi per chi dovrà affrontarli in sella alla due ruote. Dato per buono il primo tratto, attraversato dalla Raggi e da Toninelli, restano ancora 5 blocchi di interventi.

IL PERCORSO
Da viale Regina Margherita parte la seconda tratta del cantiere che arriva fino all'incrocio con via Alessandro Torlonia. Si tratta di 640 metri che vanno ad aggiungersi ai 510 già chiusi per un totale di un chilometro e mezzo. Restano ancora 2.3 km. «Stiamo lavorando raccontavano ieri alcuni operai di fronte all'ingresso di Villa Torlonia ma ci vuole tempo». Lasciandoceli alle spalle, le reti arancioni che delimitano il cantiere si fermano all'altezza di via Antonio Bosio dopodiché la strada torna vergine: nessuna delimitazione lascia presagire l'apertura di un cantiere. Diviso in complessive sei tranche di lavoro, il progetto è al momento orfano del terzo, quarto, quinto e sesto step che corrispondono rispettivamente al tratto Villa Torlonia-viale XXI Aprile, viale XXI Aprile-via Sant'Angela Merici. Qui subentrano le prime criticità: sulla carta, proprio all'incrocio con via Batteria Nomentana, la pista ciclabile dovrebbe cambiare il percorso, attraversando l'arteria in corrispondenza del semaforo e passare sul lato opposto della strada.

LE CRITICITÀ
Al momento non sono previsti interventi particolari: i ciclisti saranno paragonati ai pedoni e per continuare sulla ciclabile dovranno tagliare la Nomentana che non è proprio una strada di campagna per numero di auto che la percorrono ogni giorno. Arrivati qui il tragitto prosegue sul ponte che sovrasta la rete ferroviaria in corrispondenza delle due uscite per la tangenziale Est, San Giovanni e per Il Foro Italico, via Salaria. Eccola la seconda criticità: i ciclisti dovranno prestare attenzione dal momento che non sembra saranno installati semafori in corrispondenza delle due uscite ma una semplice segnaletica orizzontale. Il quinto tratto è proprio questo è da progetto arriverà fino a via Val d'Aosta. Sesto e ultimo step, il tracciato che arriva a meta, ovvero quello che sarà realizzato su tutta via Val d'Aosta fino all'incrocio con via Valdarno. Quanto costa oltre al tempo la ciclabile? L'amministrazione cinquestelle ha isolato un milione 700 mila euro e punta a terminare i lavori a fine febbraio. Ci riuscirà? «Io spero soltanto di vedere finita questa pista prima di andare in pensione». Riccardo Costa, fa l'architetto e ha 37 anni. Di strada da percorrere ne ha ancora molta.
 

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