Gli artificieri intervenuti sul posto non hanno dubbi: potevano esplodere le due bottiglie incendiarie che sono state trovate ieri mattina accanto ai binari dell'Alta Velocità della Roma-Firenze. Non si tratta di veri e propri ordigni, ma di dispositivi che avrebbero comunque potuto causare un deragliamento. Un atto dimostrativo, per tenere alta la tensione sull'argomento, che secondo gli investigatori è stato organizzato da un nucleo romano dei No Tav. Insomma, alla stazione di Settebagni, non sarebbero arrivati attivisti del Nord, ma membri di una cellula locale del movimento antagonista che a dicembre aveva organizzato attentati simili a Bologna e Firenze.
I CAVI
Le bottiglie trovate ieri erano state posizionate all'interno di pozzetti in cui passano i cavi dell'alimentazione.
Nel giro di pochi minuti sono intervenuti gli agenti della Polfer e della Digos. La prima bottiglia di plastica trovata, da mezzo litro, era praticamente intatta, con all'interno liquido infiammabile, stracci e dei fiammiferi bruciati che si sarebbero spenti prima di dar fuoco al resto del materiale. A pochi metri di distanza, nel pozzetto successivo, sono stati trovati dei residui di plastica bruciata con un innesco simile. In quel caso si sarebbe bruciata solo una guaina esterna senza arrivare ai cavi.
LA FIRMA
Accanto ai due pozzetti, la firma del blitz: la scritta «No Tav», lasciata in rosso sulle grate di protezione di entrambi i pozzetti. Fortunatamente non ci sono stati danni, ma secondo chi indaga si tratta di un vero e proprio attentato incendiario fallito. Per gli inquirenti l'obiettivo era quello di rallentare la circolazione dei treni dell'alta velocità.
Secondo gli esperti l'innesco sarebbe simile a quello dell'attentato incendiario messo a segno due giorni prima di Natale alle porte di Bologna, dove andarono in fiamme alcuni pozzetti dell'Alta Velocità nei pressi della stazione Santa Viola procurando ritardi e disagi alla circolazione ferroviaria. Ieri, invece, i problemi sono stati molto più limitati. Ferrovie dello Stato ha ordinato soltanto una riduzione di velocità dei convogli a 30 chilometri orari, tra le 12.30 e le 13.45, per consentire di effettuare i sopralluoghi in sicurezza.