Nidi, partenze nel caos: tempo pieno e mensa solo dal 10 settembre

Nidi, partenze nel caos: tempo pieno e mensa solo dal 10 settembre
di Camilla Mozzetti
3 Minuti di Lettura
Lunedì 3 Settembre 2018, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 10:16

Riaprono oggi gli asili nido della Capitale ma attenzione: non sarà una vera partenza. Tra giornate di inserimento e orientamento per le famiglie con piccoli iscritti al primo anno, le seguenti uscite anticipate e il servizio mensa così come quello del tempo pieno che entrerà a regime in tutte le 205 strutture di Roma Capitale, non prima dei prossimi sette giorni, non si può parlare di una ripresa vera e propria. Anzi, già sui social, tra le pagine dedicate alle community dei nidi pubblici, si rincorrono le preoccupazioni di molti genitori: «Ma quindi che faccio, devo riprendermi il bambino alle 13 anche se sono entrata in graduatoria per il tempo pieno?» «E la pastina chi gliela dà?». Pochissimi riposini pomeridiani sarà garantito domani e dopodomani. E a farne le spese non saranno solo i nuovi utenti ma anche i piccoli iscritti agli anni successivi al primo. L'orientamento per i più piccoli ricade un po' anche sugli altri utenti. In questo, il sistema è democratico e a conti fatti la regolarità dei nidi entrerà a regime solo a partire dal 10 settembre. Pazienza se proprio i genitori alla fine si troveranno a pagare le rette intere relative al mese in corso a prescindere dai reali servizi utilizzati. Senza contare poi il caos che si registra in alcuni quartieri in cui i nidi apriranno a ottobre a causa dei lavori di manutenzione partiti in estate e non ancora conclusi.
 


CHIUSURE PROLUNGATE
Qualche esempio? Per il nido Le bolle di sapone di via Pescosolido in IV Municipio ci vorranno ancora 30 giorni prima di riaprire i cancelli. E pensare che a fronte delle reali domande per l'accesso ai nidi comunali tutto questo caos non dovrebbe sussistere giacché le richieste di un posto sono scese del 9,6% rispetto al 2010. Il motivo? Duplice: sono diminuite le nascite (nel 2010 c'erano più di 77 mila bambini da 0 a 3 anni, oggi non si arriva a 45 mila) ma sono aumentate le famiglie che si rivolgono alle strutture private. I costi sono pressoché analoghi ma c'è, ad esempio, una maggiore flessibilità sugli orari, e con l'ultimo bando del Campidoglio che ha imposto l'obbligatorietà nella scelta delle strutture pubbliche, molti la domanda non l'hanno proprio fatta. Non finisce qui: l'elenco delle problematiche, purtroppo, prosegue.

LE DOMANDE
Nel VII Municipio, ad esempio, che conta il maggior numero di iscritti complessivi anche a fronte di un calo delle domande diverse famiglie, pur con un punteggio alto, non sono rientrate nella graduatoria definitiva e dunque dovranno ritentare a ottobre-novembre quando il Comune bandirà il concorso integrativo. Dulcis in fundo, il caos sul pagamento delle quote. Da anni i famigerati bollettini non arrivano più alle famiglie e quindi soltanto chi ha la buona volontà di comparare il proprio Isee con le tabelle pubblicate sul sito del Comune rende il dovuto. Questo disservizio, che si ripercuote anche nelle scuole d'infanzia, finora ha fatto perdere al Comune svariate centinaia di migliaia di euro. Ora la presidente della commissione Scuola, Maria Teresa Zotta, è pronta a presentare una proposta di delibera per rendere obbligatorio il pagamento delle rette on-line.

© RIPRODUZIONE RISERVATA