Roma, incendia l'auto della Finanza per ritorsione: «Mi hanno arrestato»

L'auto della Finanza data alle fiamme
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Lunedì 30 Luglio 2018, 12:56

Auto della Guardia di Finanza incendiata per ritorsione: arrestati i mandanti. La Finanza di Roma è riuscita a individuare i responsabili dell'atto intimidatorio che, lo scorso 2 febbraio, è stato messo in atto contro un'auto di servizio della Compagnia di Nettuno, data alle fiamme nel parcheggio vicino alla caserma.
 

 

L'incendio era stato provocato da un uomo incappucciato che aveva usato liquido infiammabile per distruggere completamente il mezzo. E se il militare in servizio di vigilanza alla caserma, in attesa dell'arrivo dei vigili del fuoco, non avesse  spostato la macchina vicina a quella in fiamme, l'incendio si sarebbe propagato alle altre autovetture parcheggiate nella centrale Piazza Mazzini,  con pericolo per residenti e passanti.  L'analisi di centinaia di ore di registrazione delle telecamere di sorveglianza degli esercizi commerciali e degli uffici pubblici, presenti nella zona, ha permesso alle stesse Fiamme Gialle nettunesi di individuare l'esecutore materiale del gesto e di risalire al mandante dell'atto intimidatorio. Dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, è emerso che l'incendio è stato commissionato da un pregiudicato locale, Pasquale Iovinella,  37 anni, come ritorsione per l'arresto, effettuato dai militari della Compagnia di Nettuno il 13 settembre dello scorso anno, quando fu trovato in possesso di diverse dosi di cocaina.

L'uomo, con la collaborazione di un incensurato, L.C. di anni 35, guardia giurata, ha commissionato, per poche centinaia di euro, l'atto intimidatorio a due egiziani, regolarmente presenti sul territorio dello Stato, procurando loro la benzina e insegnando loro come poter propagare le fiamme nel modo più rapido possibile. Materialmente il fuoco è stato appiccato da un minorenne egiziano residente, all'epoca dei fatti, presso una casa famiglia di un piccolo paese della provincia di Latina. Il ragazzo è stato accompagnato a Nettuno da un altro egiziano, gestore di un autolavaggio a Latina. Nel mese di maggio, i Finanzieri hanno proceduto al fermo di quest'ultimo, che, tuttora, si trova ristretto nel carcere di Velletri, mentre, su disposizione del Tribunale dei Minorenni di Roma, hanno applicato al minore la misura cautelare del collocamento in Comunità.

I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Nettuno hanno proceduto oggi all'arresto dei due italiani. Il provvedimento è stato notificato all'ideatore dell'atto intimidatorio direttamente nella casa circondariale, dove era già ristretto a seguito dell'arresto, effettuato a marzo dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma nell'ambito dell'operazione «Gallardo», quale componente di un'associazione a delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti, operante nel quartiere San Basilio di Roma e nella città di Nettuno, diretta dai figli di un componente storico del clan camorristico dei Licciardi.
Invece L.C. è stato rintracciato nella sua abitazione e condotto nel carcere di Velletri. 

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