Roma, allarme abusivi, Confcommercio: «Negozi costretti a chiudere»

Roma, allarme abusivi, Confcommercio: «Negozi costretti a chiudere»
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 23 Maggio 2018, 08:12
Piegato dall'abusivismo dilagante, dalla pressione fiscale alle stelle e da una burocrazia che macchinosamente rallenta ogni processo di crescita, il settore terziario della Capitale mostra il suo volto. E a vederlo non ha una bella cera. Commercianti, ristoratori, albergatori e ancora artigiani, stilisti, e tutti le altre figure professionali che rientrano a pieno titolo nel settore del commercio, turismo e servizi, sanciscono nero su bianco una sfiducia verso il futuro. La Confcommercio Roma ha presentato ieri un'indagine sullo stato di salute del settore terziario e sul clima che i protagonisti delle imprese respirano nella Capitale d'Italia in un'ottica di sviluppo apparente.

I NUMERI
Procediamo per gradi: nella Città Eterna esistono ben 208.712 imprese che rispondono al settore terziario e che da sole rappresentano la vera locomotiva di sviluppo cittadino in quanto rappresentano l'86,3% dell'economia romana. Il numero non è affatto marginale se si confronta con il dato nazionale (2.604.064 imprese) poiché rappresenta l'8% del totale italiano. Benché nel corso del 2017 il saldo tra nuove aperture e cessazioni sia stato positivo parliamo di 10.078 imprese in più a questo non si è affiancato un analogo sviluppo e il rischio che molte attività possano chiudere in un futuro non tanto prossimo è dietro l'angolo. Le ragioni impattanti che verosimilmente continueranno a influire sul risultato finale sono sostanzialmente tre: la pressione fiscale, percepita come un ostacolo dal 90,1% degli imprenditori, il peso della burocrazia, insopportabile per l'85,3% degli intervistati e l'abusivismo, vero tallone d'Achille per il benessere romano a detta dell'84,6% delle imprese. A risentire maggiormente di quest'ultimo fenomeno è il comparto commerciale.

LE CAUSE
Gli ambulanti che ogni giorno battono con le loro merci contraffatte o di dubbia qualità gli angolo più noti di Roma facendo affari all'ombra di monumenti e siti archeologici rappresentano un peso per l'85,3% degli intervistati. Segue poi l'illegalità nel comparto turistico: b&b abusivi, tanto per citare gli esempi più eclatanti. sono percepiti come un blocco allo sviluppo per l'81,3% degli imprenditori. Queste tre ragioni rappresentano dunque il vero e unico freno alla crescita delle imprese e di riflesso allo sviluppo della Capitale. Una città che proprio grazie al settore terziario si differenza dal resto della Regione e dell'Italia. Dall'indagine è così emerso che nonostante gli sforzi, le speranze per il futuro siano molto incerte. A questo si aggiunge una scarsa se non assente fiducia verso le istituzioni: il 58% degli imprenditori romani del terziario ritengono che la voce di cittadini e delle imprese non è, e non sarà, ascoltata dalla politica.

«UN CAMBIO DI PASSO»
Da qui la richiesta di un immediato cambio di passo. «Contrastare l'abusivismo ha esortato il presidente della Confcommercio, Renato Borghi facilitare le start-up e dare maggiori risorse da parte della Regione ai consorzi di Fidi». Alla prima richiesta, ha risposto direttamente il neo assessore al Commercio, Carlo Cafarotti assicurando che l'azione di contrasto al fenomeno proseguirà speditamente nei prossimi mesi anche grazie alla scelta del comandante della polizia locale, Antonio Di Maggio, di istituire una task-force di 200 agenti da disseminare per il Centro entro l'estate. «La mia attenzione è rivolta proprio ai piccoli esercenti e alle imprese medio piccole che rappresentano uno strato importantissimo per l'economia locale ha spiegato Cafarotti nessun dietrofront sul contrasto all'abusivismo da parte mia». Infine la promessa di istituire o comunque richiedere un tavolo in Regione per discutere i meccanismi di credito alle imprese.
 
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