Muraro e Buzzi, le 30 telefonate che i giudici vogliono riascoltare

Muraro
di Cristiana Mangani
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Giovedì 29 Settembre 2016, 10:11 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 08:08
Trenta telefonate raccolte durante l'inchiesta su Mafia Capitale. Trenta conversazioni non ritenute fondamentali per quella parte di indagine, ma che oggi rischiano di peggiorare la posizione dell'assessore all'ambiente Paola Muraro. La procura della Capitale aveva già deciso di acquisire i dialoghi tra l'esperta di rifiuti e l'ex ras delle cooperative Salvatore Buzzi. Solo che a quel punto, il pm Alberto Galanti e i carabinieri del Noe sono andati a rileggere tutto il fascicolo, compresi i brogliacci di telefonate non trascritte.

E sono venuti fuori interi dialoghi tra Muraro, l'ex ad di Ama, Franco Panzironi, e l'ex dg Giovanni Fiscon. Il fatto che i tre dialogassero tra di loro è normale, vista la posizione rivestita dal neo assessore all'interno della municipalizzata. Ma lo scambio di informazioni evidenzierebbe un ruolo della consulente molto più ampio di quello che il suo incarico prevedeva. Muraro è parte delle decisioni, non soltanto consigliera, e i due vertici dell'azienda sembrano favorirla in tutto rispetto agli altri.

LA NOMINA
E' il 19 aprile del 2013 quando Panzironi la contatta. I due non si soffermano a parlare della gestione degli impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb), nonostante sia quello l'argomento di cui dovrebbero discutere. Parlano, invece, della nomina di Fiscon a direttore generale. Scrivono i carabinieri: «Panzironi e Muraro commentano la nomina». Ma per capire la ragione bisognerà aspettare il giorno 30 dello stesso mese, quando - viene spiegato nel brogliaccio - «Ancora i due conversano sulle difficoltà legate alla nomina del nuovo direttore generale di Ama. In particolare, Muraro esprime disappunto per le nuove nomine e per l'atteggiamento di Perrone (Giuseppe, dirigente di Ama ndr) e precisa di aver sollecitato Fiscon a prendere posizione».

Più che una consulente, l'attuale assessore, sembra una dirigente della municipalizzata, al punto da dare istruzioni al dg. A quel Fiscon che la citata come testimone nel processo a Mafia Capitale e che, fino a due giorni fa, ha condiviso con lei l'avvocato difensore, Salvatore Sciullo. Ora il legale ha rimesso il mandato: non assisterà più Muraro. «Ragioni di incompatibilità», ha motivato. Ma chissà che l'ex dg non sia anche lui coinvolto nell'inchiesta che vede l'esperta indagata per violazione della legge sull'ambiente.

L'ABUSO D'UFFICIO
La procura, comunque, intende andare avanti anche con l'indagine per abuso d'ufficio. E intende farlo velocemente, per arrivare in tempi brevi alla chiusura del fascicolo.
Negli atti sono finite pure le conversazioni che la signora ha avuto con Buzzi. Perché il ras delle coop, che tutto può e che raggiunge tutti, cerca di sfruttare l'aggancio che ha con lei. I due si telefonano, e di quelle comunicazioni riservate è rimasta traccia all'interno dell'enorme quantità di intercettazioni contenute nell'inchiesta che ha travolto la Capitale. La storia risale al 2013. Malagrotta sta per chiudere e l'Ama ha il problema di dove portare i rifiuti. Si deve fare in fretta. Fiscon coinvolge Muraro.

Viene chiesta a Federambiente la lista dei possibili impianti da utilizzare. Buzzi e le sue coop non ci sono e, infatti, non riusciranno a entrare nell'affare. Ma in quelle ore i vertici della municipalizzata spenderanno ogni energia per cercare una soluzione a favore del Cns, il Consorzio nazionale servizi di Bologna, di cui Buzzi è membro del consiglio di sorveglianza.

Se non bastasse. Nello stesso fascicolo ci sono i rapporti dell'esperta con un altro ras, ma questa volta delle discariche, il novantenne Manlio Cerroni. La conoscenza tra i due e i tanti favori che sembrano scambiarsi, destano sospetto a piazzale Clodio. A cominciare dall'affare cassonetti che a Roma riconduce ancora una volta al Supremo.
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