Multe non riscosse, allarme conti: «Rischio buco da 180 milioni»

Multe non riscosse, allarme conti: «Rischio buco da 180 milioni»
di Giuseppe Gioffreda
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Mercoledì 14 Settembre 2016, 07:39
Sosta selvaggia, autovelox, ordinanze anti-abusivi, divieti della movida, occupazione di suolo pubblico: il servizio di riscossione delle multe del Campidoglio traballa. Ad oggi, il dipartimento Risorse economiche del Comune non sa chi - a partire dal prossimo anno - gestirà tutti i procedimenti sanzionatori di Roma Capitale. Manca chi materialmente si occupi di ricevere, stampare, inviare, rendicontare e archiviare tutta la mole di contravvenzioni che ogni anno vanno ad ingrossare gli introiti delle casse capitoline. Una partita che, per il prossimo triennio, vale pressappoco 180 milioni. Con il rischio dunque che ai già martoriati bilanci del Campidoglio vengano a mancare incassi per 60 milioni l'anno.
Tutte le entrate extra-tributarie dell'amministrazione rischiano di rimanere al palo, comprese quelle relative ai contenziosi per i ricorsi al giudice di pace o al prefetto. Per questo è scattata la corsa contro il tempo: il dipartimento si è messo alla caccia di gestori esterni che si occupano delle attività di riscossione.

LA SITUAZIONE
I contratti con le precedenti strutture, dopo diverse proroghe, sono scaduti. Tutti i procedimenti avviati nel recente passato per il nuovo affidamento dei servizi si sono impantanati e sono stati revocati in autotutela. Ecco perché l'amministrazione ha deciso di avviare un sistema accelerato per arrivare a dama: proprio domani scade la procedura di dialogo competitivo da 13 milioni riservata agli operatori economici dotati del know how necessario. Il bando è stato avviato a fine luglio, con una postilla che dà conto dell'emergenza: «Occorre - oltreché assicurare la prosecuzione delle attività fin qui svolte, al fine di scongiurare il verificarsi di danni gravi per l'amministrazione cagionati dalla soluzione di continuità nei procedimenti di gestione dell'attività contravvenzionale - procedere allo svolgimento di idoneo percorso per l'affidamento tempestivo delle attività». Non solo.
Si legge ancora nel documento: «Come descritto nelle determinazioni dirigenziali di revoca, il faticoso e incompiuto svolgimento dei percorsi di evidenza pubblica, precedentemente intrapresi, suggerisce la necessità che l'amministrazione capitolina percorra, tra le possibilità offerte dalla vigente normativa, quella che più di tutte consenta di poter addivenire alla migliore soluzione gestionale».

I CONTI
Nel bilancio previsionale 2016 la gestione commissariale aveva stimato entrate di 325 milioni alla voce multe: di questi, 148 milioni di arretrati, 177 milioni di nuove contravvenzioni. Ma sul monte complessivo dei verbali staccati ogni anno il Comune riesce ad incassare effettivamente, per stessa ammissione dell'allora sub-commissario Pasqualino Castaldi, tra «il 30 e il 35%». Ogni anno, insomma, il Campidoglio riscuote circa 60 milioni di contravvenzioni per violazioni del codice della strada, leggi e regolamenti comunali. Che dunque dal prossimo anno sono a rischio.

I COMPITI
La mole di provvedimenti da gestire ha numeri da capogiro: nel 2015, sono stati trattati 1,8 milioni di fascicoli relativi a catalogazione e rendicontazione delle multe; 2.005.514 sono stati gli atti di stampa, recapito, rendicontazione e archiviazione delle contravvenzioni notificate tramite posta fuori Roma; 987.366 quelli di stampa e rendicontazione dei verbali notificati dal personale della Polizia Locale nella città di Roma.