Roma, archiviava le multe di amici e familiari: vigilessa a processo

Roma, archiviava le multe di amici e familiari: vigilessa a processo
di Paolo Tripaldi
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Sabato 26 Marzo 2016, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 12:20

Riusciva ad annullare le multe automobilistiche di amici e familiari tenendo fermi nel cassetto i relativi ricorsi, impedendo così che il prefetto potesse rispondere entro i limiti stabiliti dal codice della strada.
Con l'accusa di abuso d'ufficio si trova ora a processo davanti alla seconda sezione penale collegiale del tribunale di Roma una vigilessa del XIII gruppo Aurelio della polizia municipale. L'escamotage aveva lo stesso effetto di stracciare completamente il verbale e, per i fortunati, la multa era come se non fosse mai esistita. Dal dibattimento in aula è inoltre emerso che tra i beneficiari della strana “dimenticanza” c'era anche il figlio della stessa vigilessa.
Un caso di mal funzionamento della macchina burocratica emerso nell'ottobre del 2013 in modo del tutto casuale. Alcuni colleghi della vigilessa imputata per abuso d'ufficio, che ha il grado di istruttore di polizia municipale, erano alla ricerca di una pratica che lei aveva seguito personalmente e che riguardava un accertamento demaniale sollecitato dalla Procura.
Controllando nei vari scaffali suggeriti per telefono dalla stessa vigilessa, in un giorno in cui lei era in ferie, si è finiti su una mensola dell'ufficio verbali dove si trovavano delle vaschette contrassegnate con i cognomi dei diversi agenti in servizio. E nel contenitore della vigilessa in questione i suoi colleghi hanno scoperto una cartella con la scritta "ricorsi 2012" al cui interno si trovavano effettivamente dei ricorsi di multe, 29 in tutto, ma che dovevano essere inoltrate alla Prefettura ormai da tanto tempo.

IL TRUCCO
Secondo la legge, infatti, una volta che l'automobilista che ha preso una multa che ritiene non valida o giusta, invia il ricorso, la Prefettura ha un termine di 60 giorni per rispondere, passato il quale si intende il ricorso accolto e quindi la multa annullata. Quando il ricorso è inviato al Comando della polizia municipale che ha accertato la violazione spetta proprio a questi trasmetterlo alla Prefettura in tempo utile.
Secondo l'accusa in "violazione degli obblighi di lealtà, correttezza e trasparenza incombenti sui pubblici ufficiali", la vigilessa finita sul banco degli imputati, "procurava intenzionalmente agli autori della violazione un ingiusto vantaggio patrimoniale, consistente nel mancato pagamento della sanzione amministrativa, in assenza di qualsivoglia valutazione sulla fondatezza dell'accertamento".
 

LE INDAGINI
A quel punto, dopo aver scoperto i ricorsi scaduti è partita quasi subito un'inchiesta interna da parte del comandante del gruppo che ha accertato che effettivamente i termini per le risposte erano stati superati e che le multe erano quindi divenute tutte nulle.
Nel corso delle indagini sono poi stati ascoltati tutti gli agenti e i funzionari che avevano accesso agli uffici del comando Aurelio e in particolare del reparto elaborazione sanzionatorio e dell'ufficio verbali dove prestava servizio l'imputata.
 
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