Movida, si indaga sulle licenze false. Procura avvia inchiesta su favori del II municipio a locali fuorilegge

Movida, si indaga sulle licenze false. Procura avvia inchiesta su favori del II municipio a locali fuorilegge
di Riccardo Tagliapietra
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Lunedì 6 Ottobre 2014, 06:14 - Ultimo aggiornamento: 10:36
Avevano protezioni negli uffici giusti, i protagonisti della movida di San Lorenzo. E in questo modo, per alcuni mesi, hanno “congelato” le multe salatissime

che i vigili urbani del II Gruppo Sapienza elevavano a carico dei loro locali. È questa l'ipotesi sulla quale la procura di Roma ha avviato un'inchiesta nei giorni scorsi, puntando la sua lente di ingrandimento sulle stanze di due funzionari del II municipio della Capitale. Perché è proprio in quegli uffici che alcune decine di verbali sarebbero rimasti incagliati nei cassetti, favorendo i gestori di locali fuorilegge, come ad esempio i pub camuffati da gallerie d'arte per aggirare i divieti anti alcol descritti ieri dal nostro giornale. Si tratta di esercizi pubblici che servono alcol a qualsiasi ora, in barba ai regolamenti comunali che vietano la somministrazione dopo la mezzanotte. Non solo. Alcuni di questi pub improvvisati non hanno nemmeno la licenza per servire ai tavoli poiché sono considerati esercizi “di vicinato”, che possono solo vendere al dettaglio. Eppure ogni sera sono affollati da clienti a cui venivano preparate centinaia di consumazioni. Uno «shot» a un euro e cinquanta, una bottiglia di birra da 0,66 a poco meno di due euro. Prezzi popolari per essere concorrenziali rispetto ai locali con regolare licenza.



IL BUSINESS

Per capire cosa accade a San Lorenzo bisogna tornare indietro nel tempo, spiega un esperto della polizia locale. Da molto tempo ormai, il Comune in alcune zone non rilascia più licenze per somministrare cibo e bevande. Ecco quindi trovata la soluzione in un'area dove gravitano migliaia di studenti: aprire esercizi di vicinato (alimentari, fruttivendoli) e tenere una discreta scorta di alcolici in magazzino, articolo molto richiesto dal popolo della movida. Risultato? Vendite alle stelle. Visto il volume di affari, però, qualcuno ha cominciato a infilare qualche tavolo e a servire veri e propri cocktails, alla faccia dei regolamenti, trasformando un bugigattolo in un pub a tutti gli effetti.

Sul tavolo del Municipio e della polizia locale sono arrivati i primi esposti. Perché molti esercizi di vicinato, compresi veri e propri bar-paninoteca travestiti da associazioni culturali, non avendo posto all'interno del locale, servivano cibo e bevande all'esterno, coinvolgendo indirettamente i residenti che, soprattutto nei weekend, non avevano pace fino all'alba.



LE DENUNCE

Numerosi i blitz della polizia di Stato e dei carabinieri, soprattutto negli ultimi tempi, che in alcune occasioni hanno fatto chiudere i locali, oltre che per le vendite illegittime, per la presenza di pregiudicati e spacciatori. Mentre i verbali della polizia locale specializzata in violazioni amministrative, si perdevano nei cassetti del II Municipio, fino quando il comando dei vigili non ha segnalato l'anomalia facendo scattare l'inchiesta. Intanto i locali di San Lorenzo, dopo il flop del travestimento in «esercizio di vicinato», ci provano di nuovo. Visto che ormai la Municipale ha collaudato il sistema di norme per contrastare l'abusivismo (con sanzioni che vanno dai 3.300 ai quasi 7mila euro per violazioni al codice della strada), qualcuno ha pensato di trasformare le autorizzazioni da esercizio di vicinato, in gallerie d'arte, o librerie. Qualche quadro appeso ai muri e il gioco è fatto. Per questo tipo di locali, infatti, è prevista una zona interna per somministrare cibo e bevande. Anche se basta dimostrare - dice un esperto di polizia amministrativa - che il vero core business non è la vendita di opere d'arte, ma di banalissimi gin lemon, piuttosto che caipirinha. Intanto il lavoro della Municipale diventa sempre più complicato, come il sonno di chi abita in zona.