Morto Enrico Spada, boss di Ostia: gestiva droga e case popolari

Enrico Spada
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Venerdì 22 Luglio 2016, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 09:57

E' morto Enrico Spada detto «Pelè», uno dei primi boss del clan Spada di Ostia Nuova. Era in carcere e malato. Sieropositivo, il virus dell'hiv era per lui un'arma. Dalle carte dell'inchiesta del sostituto procuratore della repubblica Ilaria Calò, era «Pelè» che minacciava di infettare chi non si piegasse agli ordini degli Spada. Un capo nei famosi e tristi anni'80 e'90 quando Piazza Gasparri iniziò a far paura e diventò per antonomasia il Bronx sul mare di Roma, dove nessuno voleva entrare. Nemmeno la polizia. Negli ultimi tempi era lo strumento con cui di lui, malato e in fin di vita, faceva paura agli altri.

Racket delle case popolari, spaccio di droga e rapine in tutto questo si racchiude la vita di Enrico Spada, 58 anni passati in strada tra botte e minacce. Il «rispetto» concesso è quello mistificato nel suo significato più profondo: il tributo della gente che si inchina al sodalizio criminale che gestisce la «piazza» e che promette lavoro al posto dello stato, lì dove le istituzioni non sono mai arrivate. Un filone di indagine incrocia «Pelè» con l'ultimo tentato omicidio avvenuto in strada a Ostia, sotto gli occhi di decine di passati.
 
PADRONE
È quello del 22 ottobre scorso quando Massimo Cardoni, uno dei Baficchio e cugino del più noto Giovanni Galleoni, ucciso in via Baffigo il 22 novembre di cinque anni fa, fu raggiunto alle gambe da due colpi di pistola. I sicari scapparono. «Pelè» era il padrone di Piazza. I soprannomi nel gergo della criminalità non sono mai un caso e il suo un po' richiamava quello dei numeri uno che sia del pallone o della mala, poco importa. Ormai invalido girava per le «viuzze», tra via Forni e via Guido Vincon su una sedia elettrica. Debilitato ma potente, ancora capace di minacciare, forte del suo essere sieropositivo, chi non voleva lasciare una casa popolare promessa ad altri.

«Se non paghi, te ne vai. E se non te ne vai, ti infetto», urlava a chi non obbediva ai suoi ordini, facendo il gesto di sputare addosso il suo sangue malato. Estorsioni, usura, pizzo. Tutte le occupazioni sarebbero ancora oggi gestite dagli Spada. In un clima di omertà, la famiglia di origini rom si è contraddistinta in un'escalation di criminalità organizzata e radicata sul territorio in un municipio che solo un anno fa è stato commissariato per infiltrazioni mafiose. Le indagini, coordinate dalla locale antimafia hanno consentito di ricostruire uno scenario e dinamiche riconducibili a una contrapposizione che si è creata a Ostia Nuova tra le opposte fazioni che fanno capo rispettivamente al clan degli Spada e a quello dei rivali Baficchio-Galleoni. La sfida nata per affermare la supremazia dell'una rispetto all'altra nella gestione delle attività illecite a Ostia Ponente non ha ancora avuto la sua fine. E con la morte di «Pelè» gli equilibri sono di nuovo tutti in gioco.

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