Ladispoli, la morte del ventenne Marco Vannini, indagata per omicidio un'intera famiglia

Ladispoli, la morte del ventenne Marco Vannini, indagata per omicidio un'intera famiglia
di Emanuele Rossi
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Martedì 29 Settembre 2015, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 14:03
Tutti e cinque si dovranno difendere dall'accusa di omicidio volontario per la morte di Marco Vannini, il ragazzo di Cerveteri morto lo scorso 18 maggio nell'abitazione della sua fidanzata, a Ladispoli. Svolta sul mistero di via De Gasperi dopo la decisione del pm di Civitavecchia, Alessandra D'Amore, di iscrivere nel registro degli indagati una intera famiglia, cioè tutte le persone che quella sera si trovavano in casa quando il 20enne Marco è stato raggiunto da un proiettile partito da una calibro nove a canna corta che ha centrato la spalla destra, attraversando il polmone e raggiungendo il suo cuore. Ha subito confessato di aver sparato «per errore» Antonio Ciontoli, il papà della fidanzata di Marco, sottufficiale nella Marina militare con un ruolo nei servizi segreti. E per questo era stato l'unico ad essere indagato dalla Procura per omicidio volontario.

COMPLICI

Ma ora anche tutti gli altri sarebbero ritenuti responsabili della morte del ragazzo, e cioè i figli di Ciontoli, Federico e Martina, la moglie Maria e poi anche Viola, la fidanzata di Federico. Secondo quanto trapelato, l'autopsia effettuata sul corpo della vittima potrebbe aver fornito elementi utili ad ipotizzare che Marco Vannini poteva essere salvato tra le 23,15, il momento in cui sarebbe partito il colpo nella villetta e le ore successive. Per tale motivo il pm si sarebbe deciso a far scattare l'imputazione per Ciontoli e i suoi familiari. Perizie molto scrupolose quelle eseguite dal medico legale Luigi Cipollone e dal cardiologo Carlo Gaudio e arrivate ieri sul tavolo degli inquirenti dopo quasi quattro mesi di approfonditi esami ed incrociati con le analisi dello stub ed i rilievi del dna svolti nella caserma dei carabinieri sulle persone ora indagate.

LE REAZIONI

La notizia è stata appresa con soddisfazione dalla famiglia Vannini. «Potremmo definirla un primo grande passo verso la verità ma ancora dobbiamo costruire tanti mattoncini per avere giustizia» commenta il papà della vittima, Valerio. Interviene anche il legale della famiglia Vannini. «Il fatto che tutti e cinque siano indagati per omicidio volontario - dice Celestino Gnazi - conferma che le nostre ipotesi non erano sbagliate. Tanti, troppi misteri in quella casa. Sin da subito abbiamo ritenuto sia stata eseguita una vera e propria azione di depistaggio, ed ora le azioni della magistratura stanno prendendo questa direzione. Aspettiamo le prossime ore per capire meglio la situazione». Nessuna reazione invece da parte della famiglia Ciontoli Nemmeno da parte del legale Andrea Miroli, che pur confermando l'iscrizione nel registro degli indagati dei suoi assistiti, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.