Roma, bimba morta per il mobillo, il medico che l'aveva in cura: «Sfortuna? Bisogna pensare di più alla prevenzione»

Roma, bimba morta per il mobillo, il medico che l'aveva in cura: «Sfortuna? Bisogna pensare di più alla prevenzione»
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 14 Luglio 2017, 08:30
«No, non limitiamoci a parlare di sfortuna. Bisogna tornare a ripeterlo, con forza, anche dopo questa tragedia: serve una reale copertura vaccinale perché solo così riduciamo o eliminiamo il rischio del contagio dal virus del morbillo». Il professor Alberto Villani, responsabile di pediatria generale e malattie infettive dell'Ospedale Bambino Gesù e presidente della Società italiana di pediatria, aveva in cura la piccola morta il 28 giugno. Ripete ciò che molti esperti stanno tentando di spiegare: le vaccinazioni sono importanti. Partiamo dalla morte della bimba di sedici mesi. Come si differenzia questo caso rispetto a quello dell'altra bambina di 9 anni, che era affetta da una malattia genetica, morta sempre per il morbillo al Bambino Gesù? «C'è una differenza sostanziale: quest'ultimo caso riguarda una bambina che invece era nata senza problemi, che a tre mesi ha però avuto una meningite. Superata completamente la meningite, veniva seguita dal nostro ospedale per i normali controlli che periodicamente vengono svolti».
Dunque il problema della meningite era stato superato. Ciò che successo dopo, però, ci porta a una successione di eventi culminati con il dolore per la morte di una bimba di sedici mesi. Ricorda il professor Villani: «Prima del ricovero, ha cominciato a presentare una febbre. Era stata vaccinata qualche giorno prima. Poiché era comparsa la febbre, avendo avuto dei segni clinici tipici del morbillo, allora abbiamo indagato. Era importante capire se gli anticorpi che stavamo trovando fossero dovuti al vaccino o alla malattia».

L'ESITO
E cosa è emerso? «La bambina è stata particolarmente sfortunata, questo va detto, anche se non vorrei parlare di cattiva sorte, ma della necessità e della possibilità di evitare queste tragedie: c'è stata una coincidenza temporale, il contagio ha preceduto di poco la vaccinazione. Abbiamo chiesto degli approfondimenti suppletivi all'Istituto superiore della sanità che ha identificato il virus responsabile della malattia che è il b3. Lo si chiama morbillo selvaggio, per distinguere nettamente la situazione dovuta al virus, alla malattia, da quella che può essere invece una normale risposta al vaccino». Ed è arrivato il responso dell'Istituto superiore della sanità che ha tolto ogni dubbio. «Esattamente. E purtroppo siamo di fronte all'ennesimo caso che ci fa dire che questa morte poteva essere evitata: va garantita la copertura vaccinale in modo che il virus non si diffonda». Comunque la bambina era stata vaccinata. «Sì, però pochi giorni prima, quindi il vaccino non aveva avuto il tempo di avere l'effetto di protezione. Aveva già contratto il virus. Ce l'aveva in incubazione, probabilmente da una decina di giorni, e il morbillo si è manifestato successivamente al vaccino».

La bambina non era stata vaccinata mesi prima a causa della meningite? «No, non è così. I bambini possono essere vaccinati a partire dai dodici-tredici mesi. In questo caso, è stata vaccinata a sedici, semplicemente perché ha svolto dei controlli». Questo però ci impone, per l'ennesima volta, una riflessione: ci sono troppi bambini non vaccinati e dunque il rischio contagio, soprattutto nei soggetti più deboli, è alto. «Proprio così. La bambina aveva contratto il morbillo otto-dieci giorni prima della vaccinazione. Guardi, qualche giorno dopo la vaccinazione può esserci una reazione morbilliforme, sia pure in modo molto lieve. I test dell'Istituto superiore della Sanità ci hanno eliminato ogni dubbio e confermato che aveva già il virus del morbillo, prima della vaccinazione. Non sappiamo chi l'abbia contagiata». Davvero sfortunata. «Ma più che ragionare sulla sfortuna, lo ripeto, questo caso ci deve far e riflettere tutti sull'importanza della copertura vaccinale».