Montecitorio, l'appello dei commercianti
«Manifestazioni fuori dal centro
o i nostri negozi presto chiuderanno»

Montecitorio, l'appello dei commercianti «Manifestazioni fuori dal centro o i nostri negozi presto chiuderanno»
di Veronica Cursi
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Giovedì 10 Aprile 2014, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 10:52
Un pomeriggio chiusi per la manifestazione dei Forconi. Un giorno per la protesta degli immigrati. Poi sfilano i sindacati e non si pu aprire per questioni di sicurezza.



Una mattina la strada viene transennata per il sit-in della regione Marche. Un altro c’è addirittura l’en plein: corteo in centro e sciopero dei mezzi pubblici. Negli ultimi due anni i commercianti che lavorano nelle strade limitrofe a Montecitorio (via della Colonna Antonina, via dei Bergamaschi e piazza di Pietra) sono stati “costretti” a chiudere 40 volte. Quaranta giorni di lavoro buttato perché quasi ogni giorno c’e una manifestazione o un evento che blocca il centro di Roma. Una media di 6 giorni al mese di incassi mancati. Mentre gli affitti continuano a correre e il personale chiede - giustamente - di essere pagato.



IL DOSSIER

Da gennaio 2012 a febbraio 2014 commercianti e albergatori della zona hanno raccolto un dossier sulle giornate di disagio commerciale causate dalle manifestazioni e hanno deciso di scrivere alle autorità - Prefetto, sindaco e presidente di Municipio - chiedendo di intervenire con urgenza a una situazione «diventata ormai insostenibile». Con un unico appello: «spostare le manifestazioni fuori dal centro storico».



INCASSI CALATI

I negozianti chiedono semplicemente di poter lavorare, senza dover combattere quasi ogni giorno con manifestazioni, strade chiuse, transenne che impediscono l’accesso dei clienti. Perché quello che stanno vivendo «è un vero e proprio dramma»: incassi calati del 50% e attività che rischiano la chiusura. E non solo per la crisi. «Siamo sull’orlo del fallimento - si sfoga Massimo Lefevre, titolare della gioielleria Lefevre di via della Colonna Antonina - e stavolta la crisi economica non c'entra. O meglio non è l’unica causa: siamo vittime della totale chiusura al pubblico delle aree adiacenti al Parlamento a causa di manifestazioni che ormai si svolgono ogni giorno e di costanti interventi di ordine pubblico che si svolgono a piazza Montecitorio e che richiedono massicce presenze di forze dell’ordine. Un esempio? Solo lo scorso dicembre abbiamo dovuto tenere le serrande abbassate cinque giorni su 31.



RACCOLTA FIRME

Ad oggi sono 40 le attività che hanno aderito alla petizione per salvare il commercio di Montecitorio. «Siamo cittadini onesti, lavoriamo sodo, paghiamo le tasse e ci assumiamo faticosamente la responsabilità di mantenere le nostre famiglie e ora chiediamo il vostri aiuto - si legge nella petizione che verrà presentata a giorni - Trovate delle aree più adatte alle manifestazioni. Non è possibile bloccare un’intera città anche per la più piccola protesta. L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. Se ce lo consentite!».
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