I FATTI
Mancano pochi minuti alla mezzanotte di venerdì, quando la 63enne britannica in vacanza a Roma da tre giorni con la figlia dodicenne chiama la polizia. È fuori di sé. Con la voce tremante racconta del portiere d'albergo sudamericano che prima per un paio di giorni le ha fatto delle avances sempre rifiutate e che quella sera, approfittando della sua presenza da sola nella sala pesi della pensione, l'ha avvicinata e palpeggiata. «Sono riuscita a respingerlo, ma è stato terribile». Ieri mattina, in anticipo rispetto al programma di viaggio, la signora ha fatto le valigie ed è tornata a casa. «Era ancora molto spaventata, non si sentiva più al sicuro», racconta un operaio di stanza in hotel, al primo piano di un'elegante palazzina a due passi da via Cola di Rienzo. All'alba di ieri i poliziotti sono tornati nella struttura per visionare le telecamere posizionate nei corridoi dell'albergo. Si vede il sudamericano che effettivamente si allontana dal bancone della reception per seguire la donna. Il portiere ha provato a difendersi, dicendo che era stata la donna a chiamarlo per stappare una bottiglia di vino.
I PRECEDENTI
Non è la prima volta che nella Capitale delle turiste denunciano di essere state aggredite in hotel. La notte di Capodanno del 2017 un gruppo di svedesi fermò una pattuglia di vigili in via del Corso dicendo che una loro amica era stata appena violentata nell'albergo. La polizia locale, per quell'episodio arrestò un altro portiere notturno, un egiziano di 36 anni, che le telecamere di videosorveglianza interne posizionate nei corridoi inquadrarono mentre usciva seminudo dalla stanza della straniera. Un comportamento, il suo, che la direzione alberghiera definì «spregevole e disumano». Nel maggio dello stesso anno, in un altro albergo del Centro, un receptionista bengalese di 33 anni venne arrestato dalla polizia per avere palpeggiato una turista americana al rientro in hotel nella tarda serata: «Mi accompagnò fino all'ascensore stringendomi con violenza, un incubo».
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