Scomparsi i mobili del cardinale che annunciò "Habemus papam", ritrovati in un container

Scomparsi i mobili del cardinale che annunciò "Habemus papam", ritrovati in un container
di Elena Panarella e Emanuele Rossi
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Giovedì 15 Novembre 2018, 08:52

Dovevano andare in beneficenza e invece erano nascosti in un container di Ladispoli. Mobili del Vaticano, appartenenti al cardinale francese Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e camerlengo di Santa Romana Chiesa, morto lo scorso luglio. Una delle figure più eminenti del Collegio cardinalizio. Era stato lui, in qualità di protodiacono, ad annunciare al mondo l'elezione di Papa Francesco. Aveva compiuto 75 ad aprile. Da anni era afflitto dal morbo di Parkinson che gli aveva minato il corpo, ma non lo spirito né l'impegno nel suo servizio alla Santa Sede. Ora questi importanti oggetti e mobili d'antiquariato sono stati recuperati dai carabinieri della compagnia di Civitavecchia, agli ordini del capitano Marco Belilli. Un organo da circa 40mila euro. Specchi, lampade, comodini, persino due intere camere da letto di pregio erano tenute in una specie di magazzino in una piccola azienda sulla via Aurelia di proprietà di un imprenditore romano 51enne, denunciato in stato di libertà per appropriazione indebita. Era stato un segretario della Santa Sede, a gennaio del 2018, a rivolgersi ai militari della stazione locale di via Livorno per cercare di recuperare la merce preziosa dal valore complessivo di 250mila euro.

LE INDAGINI
«Il titolare del container è sparito e non risponde più al telefono da tempo», aveva raccontato ai militari il funzionario del Vaticano. Parte dei mobili del cardinale erano stati già spediti in Francia ad alcuni parenti dell'alto prelato. Gli altri invece erano congelati perché sarebbero dovuti finire alle famiglie più bisognose. Il trasloco dal Vaticano era stato eseguito proprio dal 51enne per permettere di effettuare dei lavori di ristrutturazione. Tutto il materiale però secondo gli investigatori che hanno effettuato le indagini su disposizione della Procura di Civitavecchia non era stato più riconsegnato al legittimo proprietario. Così i carabinieri si sono presentati dall'imprenditore negli uffici di Ladispoli con un decreto di perquisizione emesso dalla Procura. Una vicenda su cui ora si dovrà fare ancora luce. L'ipotesi degli investigatori è che possa esserci «un giro di aste al nero degli antiquari». Intanto tutti i pregiatissimi arredi sono stati posti sotto sequestro e affidati in custodia giudiziale al segretario dello Stato pontificio che aveva effettuato la denuncia.

 
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