Roma, missionari raggirano anziana, si trasferiscono da lei poi la circuiscono: «Regalaci casa»

Roma, missionari raggirano anziana, si trasferiscono da lei poi la circuiscono: «Regalaci casa»
di Marco Carta
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Mercoledì 27 Dicembre 2017, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 22:58
Statue, santini e raffigurazioni sacre della Madonna: si è ritrovata la casa trasformata in un luogo di culto, una sorta di santuario religioso all'interno delle mura domestiche. Si erano presentati sorridenti a casa di un'anziana signora con gravi problemi psichici, promettendo pace, spiritualità e redenzione. Ma dopo poco tempo avrebbero cercato di raggirarla «dilapidando il suo patrimonio e quello degli eredi».
Erano missionari della congregazione religiosa argentina delle Oblate di Maria Trinitas, e a loro, una donna e due uomini di nazionalità argentina, subito la 93enne Antonietta aveva aperto le porte della sua casa alla periferia est di Roma. Per lei, che in gioventù aveva preso i voti da suora, prima di lavorare come infermiera, quei tre angeli rappresentavano la salvezza: le avrebbero fatto vivere con maggiore serenità gli ultimi anni della sua vita, pensava con devozione. Invece Antonietta era finita vittima di un raggiro. Tanto che i tre, dopo aver cercato di farle vendere la casa in cui abitava, giovedì scorso si sono ritrovati in un'aula di tribunale, di fronte al pm d'aula Gianluca Mazzei, nel processo che li vede accusati per circonvenzione di incapace: secondo i pm i proventi della casa, una volta venduta, sarebbero finiti ai tre indagati e non al Vaticano.
A far partire le indagini a carico di Susana Godoy, Gonzalo e Luis Videla, nel luglio 2012 era stata una denuncia alla magistratura del fratello della donna. Giovanni, rispetto alla sorella Antonietta, ha qualche anno di meno. È nato nel 1931 e ormai da tempo ha perso la vista oltre a soffrire di una cardiopatia ischemica che ne condiziona fortemente la salute. Con la sorella condivide lo stesso appartamento, fino a quando un giorno viene messo alla porta con una lettera firmata da uno dei tre oblati, Gonzalo, che oltre ad essere il diacono del gruppo è anche avvocato.

LA LETTERA
«Essendo la convivenza divenuta insostenibile a causa dei comportamenti censurabili posti in essere nei riguardi della nostra assistita - si legge nella missiva - ed essendo l'abitazione di sua esclusiva proprietà invito e diffido a lasciare l'immobile». Giovanni è cieco e non deambulante, ma viene cacciato di casa dalla sorella. Insieme a lui, anche la badante che assiste entrambi da anni, viene invitata a non mettere più piede in casa, che i tre «oblati» nel frattempo cercano di mettere in vendita recandosi presso un'agenzia immobiliare e «abusando - secondo la procura di Roma - dello stato di infermità psichica (declino cognitivo mnesico) e della condizione di dipendenza fisica, nonché dei bisogni spirituali della anziana donna». Il tentativo fallisce quando l'autorità giudiziaria mette sotto sequestro l'immobile. L'anziana potrebbe tranquillamente restare a vivere lì dato che ne ha la facoltà d'uso. Ma i tre religiosi non si arrendono e cercano di «farle affittare un altro appartamento, anziché continuare a vivere nel suo», per ospitare anche loro. Stavolta però, il nuovo tentativo di raggiro è stato interrotto dal rinvio a giudizio.
 
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