I COSTI
«Riesco a prendere continua Shiab anche 300 euro nel giro di due ore». Il proprietario delle mura bengalese anche lui, che negli anni ha fiutato l'affare di questi piccoli punti vendita e ne ha aperti altri tre a Ottaviano - affitta il locale di via Giulia a tremila euro al mese. Ma non è un caso isolato. Perché a Roma - nel Centro storico che l'assessore al Commercio Adriano Meloni vuole tutelare senza riuscire a venirne a capo - i minimarket hanno nel tempo e senza nessuna difficoltà scalzato vecchie botteghe artigiane. Via gli orafi, i ciabattini e i restauratori. Dentro gli stranieri che sbancano il lunario soprattutto nel week-end a colpi di vino e birre.
Poi c'è la beffa: a fermarla questa avanzata è oggettivamente complicato. Ad oggi, infatti, non esistono delibere, regolamenti o norme che di fatto impediscano l'apertura di queste realtà anche nel cuore della città eterna. Perché i minimarket giuridicamente sono esercizi equiparabili agli alimentari di vicinato e pertanto basta richiedere e ottenere una Scia in Municipio I che il gioco è fatto. Ora il responsabile delle Attività produttive ha pensato di rivoluzionare tutto il comparto, ma in attesa che il nuovo Regolamento per la tutela del Centro storico venga prima scritto e poi discusso dalle associazioni di categoria e infine approvato in aula Giulio Cesare, il centro di Roma continua a cambiare volto.
CENTRO ASSEDIATO
Pachidermica è la presenza dei minimarket tra i palazzi compresi quelli del potere - e le chiese di Roma. Vendono di tutto: non solo alcolici e alimenti dunque, ma anche gadget, calamite, rasoi caricatori per i cellulari senza emettere il più delle volte un solo scontrino fiscale. A scovarli basta poco, li riconosci subito: le insegne elettriche o al neon, i cartelloni giganti quasi sempre nelle tonalità del rosso e del bianco che informano della loro presenza e che, in linea di principio, dovrebbero far rabbrividire la Sovrintendenza capitolina sempre attenta a tutelate i coni ottici e le prospettive visive di Roma, macinano metri di sampietrini. Da via dei Pompieri a piazza del Paradiso, passando per via Monterone a vicolo dell'Aquila. E ancora Corso Rinascimento o via della Stelletta che abbracciano palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica.
I NUMERI
Nell'ultimo caso, a una distanza inferiore ai 5 metri, da due anni hanno aperto in ex laboratori artigiani due minimarket. Nessuna irregolarità. Permessi rilasciati dal Municipio con il placet indiretto del Campidoglio. Qualche numero, per dare forma a una percezione. Nella zona Unesco ci sono 3.235 esercizi di vicinato alimentare (il 18% delle attività totali presenti a Roma). Si stima che uno su tre sia un minimarket gestito da stranieri.