Roma, mille abusivi nel Tridente: ecco la mappa dei depositi illegali

Roma, mille abusivi nel Tridente: ecco la mappa dei depositi illegali
di Mauro Evangelisti
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Martedì 24 Luglio 2018, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 12:39
Nascondono le bottigliette dell'acqua, che poi rivendono per una cifra compresa tra uno e quattro euro, anche nei tombini o nei cassonetti dei rifiuti. Gli ombrelli e i power bank (gli apparecchi che ricaricano i cellulari) sono conservati nelle cabine o all'interno delle finestre di case abbandonate. Un gruppo di senegalesi aveva addirittura trasformato un deposito dell'Ama, in via Zucchelli (una traversa di via del Traforo) in un magazzino dove nascondere, vicino ai secchioni, borse di marca (contraffatta) da recuperare quando i controlli delle polizia municipale si allentavano attorno all'area di Fontana di Trevi. In passato avevano utilizzato perfino il confessionale di una chiesa per celare la merce.



VIA DUE MACELLI
L'ultimo nascondiglio improvvisato è stato scoperto ieri pomeriggio, in via dei Due Macelli, subito dopo l'entrata della Rinascente: alcuni immigrati del Bangladesh avevano nascosto in un vicolo centinaia di ombrelli, impermeabili, power bank e selfie stick all'esterno di una finestra di un palazzo, sotto il livello della strada. Gli agenti del Pics (il gruppo speciale della polizia municipale che si occupa di decoro in centro guidato da Franco Granieri) li ha notati e ha recuperato tutti gli articoli (anche ieri migliaia di articoli sequestrati in centro). A tradire i venditori abusivi le incerte condizioni atmosferiche: dopo il diluvio del mattino attorno alle 14 sembrava che dovesse piovere di nuovo, loro sono corsi a recuperare gli ombrelli da vendere, ma qualcuno ha notato il viavai.

MERCATO
Scene della battaglia quotidiana contro i venditori ambulanti abusivi che assediano il centro storico. Quanti sono? Gli esperti stimano almeno un migliaio, ormai al 90 per cento senegalesi e del Bangladesh. Esistono eccezioni: ieri ad esempio i vigili urbani hanno fermato un egiziano che vendeva centinaia di prodotti con griffe fasulle in periferia, ma in linea di massima il grosso del mercato è controllato da questi due gruppi di immigrati.

CANALI
Dove si riforniscono? I canali sono vari e dipendono anche dal tipo di merce. Le bottigliette d'acqua, ad esempio, spesso arrivano dai mini market controllati sempre dai cittadini del Bangladesh. Gli ombrelli dall'Esquilino. La merce contraffatta segue invece vari canali, che coinvolge anche i cinesi (ovviamente quando si citano le varie nazionalità non si punta il dito contro le comunità nelle loro interezza, questo neppure andrebbe precisato). In parte arriva da piazza Vittorio, in parte da centri a Ponte Galeria e via dell'Omo, in parte da Napoli dove giungono sulle navi grossi quantitativi di merce prodotta in Asia (ma ci sono anche fabbriche in Campania). Le spedizioni, per aggirare i controlli, avvengono a volte in forma parallela. Da una parte viaggiano le borse senza il logo, dall'altra le etichette di metallo che vengono apposte successivamente.

Il grosso problema per i venditori ambulanti, specialmente per coloro che rischiano una denuncia penale perché vendono merce contraffatta, è evitare il sequestro e sfuggire i controlli. Per questo puntano ad avere una rete di nascondigli i più vicini possibili ai luoghi della vendita. Molti articoli contraffatti sono conservati al Pigneto, dove abita una parte consistente dei venditori senegalesi, e dove è più complicato per i vigili intervenire.

GLI HUB
Ma avvicinandosi al centro storico, servono poi dei mini depositi volanti in modo da aggirare i controlli della polizia municipale. E l'elenco è lungo: da via di San Gregorio a largo Agnesi nella zona attorno al Colosseo, dai Fori a piazzale Flaminio, dalle strade attorno a Fontana di Trevi fino a via delle Muratte. Ancora: via del Bottino, largo Goldoni, Castel Sant'Angelo. E va detto che non manca la fantasia: dalle auto abbandonate alle aree archeologiche, dietro ai cespugli ma anche in cima gli alberi, sono variegati i luoghi in cui nascondere la merce. Racconta un investigatore di lungo corso: «Ci è capitato di ritrovare le bottigliette d'acqua perfino nei tombini e dentro i cassonetti. Queste poi venivano rivendute ai turisti in attesa dei pullman in via del Traforo o in via del Tritone, al Pantheon o vicino a Fontana di Trevi».
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