Metro B, Atac blinda le cabine: «Ora password anti-intrusi»

Metro
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 20 Settembre 2018, 07:23 - Ultimo aggiornamento: 10:45

Basta una semplice chiave quadrata, come quella che vedete qui sotto, per infiltrarsi nella cabina di guida di un treno delle metro A e B. Una chiave che può fabbricare qualsiasi ferramenta, senza troppo sforzo. Nessun sistema automatico, solo un vecchio (e replicabile) pezzo di metallo. Non ne ha avuto bisogno, in ogni caso, il rapper Gast, all'anagrafe Manuel Gastrite, che lunedì sera è riuscito a intrufolarsi nell'abitacolo di un convoglio della linea blu, mentre il mezzo era guidato, dalla parte opposta, da un macchinista che non si è accorto di nulla. Il tutto ripreso e spiattellato su Instagram in 13 minuti di inquietante diretta. La notizia, raccontata ieri dal Messaggero, ha sollevato una ridda di polemiche e reazioni. L'opposizione, a cominciare dal Pd, ha attaccato l'amministrazione comunale sostenendo che «ciò che più inquieta del video è l'assoluta mancanza di sicurezza sulla banchina e all'interno della metro B». Anche il Condacons ha parlato di «falle nella sorveglianza» nelle prime due linee del metrò romano.

LE CONTROMISURE
L'Atac ha subito aperto un'inchiesta interna e ora studia le contromisure per evitare che episodi del genere si ripetano. Perché come ha detto perfino il rapper nel filmato pubblicato sui social, questa folle iniziativa dimostra che su alcuni treni «si potrebbero mettere anche le bombe». O che quantomeno possa salire a bordo un malintenzionato che non voglia solo riprendere il tutto con lo smartphone per fare incetta di like. La sicurezza è una delle priorità dell'azienda guidata dal presidente e ad, Paolo Simioni: da inizio estate gli operai della municipalizzata hanno preso a montare le cabine blindate su decine di autobus e pochi giorni fa è stato sfornato un appalto per dotare di telecamere le navette del servizio di superficie. Ora il piano sicurezza sarà esteso alla metropolitana. L'idea è di piazzare i blocca-porte automatici sui treni delle prime due linee (la C non ne ha bisogno, dato che viaggia con i moderni convogli driverless, cioè senza conducente). Allo studio anche l'ipotesi di mandare in soffitta la chiave quadrata e installare un sistema di accesso digitale per le cabine di guida, un codice che il macchinista dovrebbe inserire su un display al momento di salire a bordo, per mettere fuori gioco eventuali intrusi. Più ostica l'installazione delle telecamere nell'abitacolo dei conducenti, soluzione fin qui sgradita ai bellicosi sindacati interni.

L'INDAGINE
Sul blitz del rapper nella cabina di guida, intanto, l'Atac ha già istituito una commissione di inchiesta. Gast potrebbe essere denunciato a breve, il pool di avvocati della partecipata sta valutando in queste ore se ci siano gli estremi per un'azione legale e quale possa essere il reato da contestare. Ieri il rapper, in un'intervista radio, si è detto convinto di avere messo a segno «un gesto artistico», sostenendo poi che «se devo pagare pagherò, ma questo è il mio modo di vivere la città. Dovevo salire, ho provato ad aprire e la cabina si è aperta». Nel frattempo è finito sotto esame l'operato del conducente del treno. L'ipotesi è che abbia lasciato aperta la cabina sul lato opposto a quello trainante, anche se va detto che il regolamento dei macchinisti non prevede espressamente che venga chiusa a inizio turno (altra falla da sanare...). Il dipendente è già stato ascoltato dal responsabile della linea B e nei prossimi giorni sarà convocato dagli ispettori aziendali che vogliono ascoltare la sua versione dei fatti.
 

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