Roma, stangata sui mercati: rischio chiusura per 2 banchi su 3

Roma, stangata sui mercati: rischio chiusura per 2 banchi su 3
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 23 Aprile 2018, 08:09
La svolta promessa dal Campidoglio per il rilancio dei mercati rionali rischia di tramutarsi in un boomerang per l'amministrazione di Virginia Raggi, con l'effetto di arrivare entro settembre alla chiusura di circa 1.500 banchi dei 2.300 attivi nei mercati autogestiti della Capitale. Da mesi i mercatali riuniti nelle cosiddette Ags, le Associazioni gestione servizi, sono in fermento. «Se da palazzo Senatorio non rivedranno i criteri per i pagamenti dei canoni spiega Valter Papetti, a capo del mercato Laurentino molti banchi chiuderanno o, in alternativa, proprio il Comune dovrà iniziare a occuparsi di tutte queste realtà che per anni si sono fatte carico della manutenzione ordinaria e straordinaria degli spazi». La replica del Campidoglio da settimane è sempre la stessa: «Non applichiamo aumenti sulle tariffe, le detrazioni finora concesse in molti casi non sono state reinvestite pienamente nella manutenzione dei mercati», dice Andrea Coia, presidente della commissione Commercio. Cosa succede? A Roma ci sono 120 mercati rionali, 51 dei quali autogestiti. In questi casi gli operatori provvedono agli interventi di recupero che la struttura richiede: vigilanza, pulizia, piccoli e grandi lavori di manutenzione, sollevando il Campidoglio da questi oneri.

LE TARIFFE
Ed è per questo che il Comune ha finora raccolto dai mercatali come canone d'affitto dei box , il 10 o il 20% mentre la restante parte restava nelle disponibilità delle Ags per procedere ai lavori e per pagare bollette e assicurazione. Prendiamo ad esempio il mercato Appagliatore, a Ostia dove su 75 banchi, 10 hanno già chiuso. Gli operatori, a fronte di una tariffa di 160 euro mensili a box, pagavano al Comune 32 euro al mese (28.800 euro l'anno) mentre 128 euro finivano in un fondo cassa unico che serviva per tutti gli interventi. Di fatto, godevano di una riduzione dell'80%. Che attenzione, non equivaleva a uno sconto. Più semplicemente, trattandosi di spazi pubblici in concessione, il Comune veniva sollevato dal compito di pensare al pagamento delle bollette e alla pulizia degli spazi. Ora, invece, con la nuova delibera comunale ribattezzata tariffone l'amministrazione chiede il 50% ai mercatali (80 euro al mese) lasciando invariata, però, la gestione sugli interventi di manutenzione. «Il Campidoglio aggiunge Papetti così ha aumentato i costi a nostro carico».

I RISCHI
Le concessioni sono scadute e sarebbero dovute esser rinnovate già a marzo ma i mercatali non ne vogliono sapere e se le cose resteranno così «o i box continueranno a chiudere oppure entro l'estate conclude Papetti restituiremo le chiavi al Campidoglio». Con il risultato di rimettere nelle mani dell'amministrazione capitolina l'intera governance dei mercati rionali (spese comprese). Sempre a Palazzo Senatorio replicano: «Siamo al lavoro per una soluzione». Il contesto generale è difficile, visto che i mercati non godono certo di buona salute. Prendiamo ad esempio lo storico mercato rionale di via Catania, quello in cui andavano a fare la spesa Fiorella Mannoia e Lino Banfi. «Siamo rimasti in 90 da 139 operatori che eravamo all'inizio spiega Mauro Grilli, a capo dell'Ags siamo in autogestione dal 2008 e paghiamo al Comune il 20% della tariffa ma tutti i lavori sono sempre stato a carico nostro, anche quelli straordinari che invece spetterebbero all'amministrazione. Il Comune qui non ci ha mai messo un centesimo da dieci anni, e paghiamo pure circa 3.500 euro l'anno per la concessione del banco». Senza contare le spese per il resto. «Tra assicurazione, pulizia che viene fatta per tutti i banchi compresi quelli chiusi, andremo a rimetterci». Naturalmente, la questione è diventata anche terreno di scontro politico. Con le opposizioni pronte a schierarsi dalla parte degli operatori. FdI vorrebbe portare la questione in Assemblea capitolina: «Chiederemo dice il consigliere Maurizio Politi di lasciare invariate le quote per le Ags al 20% con l'adozione di un disciplinare chiaro nell'atto della nuova convenzione che da un lato metta in condizione le Ags di reperire fondi esterni con le pubblicità e dall'altro colpisca chi sbaglia e chi non provvede a spendere i fondi in cassa per la manutenzione e i lavori».
Dal Campidoglio, lo scorso febbraio, hanno inviato alle Ags lo schema di un possibile accordo sulla nuova convenzione. Ma i mercatali non hanno firmato. E la scorsa settimana un nuovo incontro con Coia non ha prodotto risultati. La riunione dovrebbe essere riconvocata a breve. Si cerca la fumata bianca, altrimenti sarà serrata.
 
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