Meningite, la mamma della romana morta: «A Cracovia erano un milione, solo lei non è tornata»

Meningite, la mamma della romana morta: «A Cracovia erano un milione, solo lei non è tornata»
di Raffaella Troili
4 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Agosto 2016, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 19:16


La rabbia, quella che farebbe dire a qualsiasi genitore «erano oltre un milione, solo lei, nostra figlia, è tornata cadavere». E la fede, più forte, che subito fa dire a Enrico Rufi, giornalista e sua moglie Leila Guerriero, docente universitaria, «però la affidiamo nelle mani di Dio, siamo molto credenti, e consapevoli che lui ne terrà conto e che riposi in pace». Poche parole prima di ripartire, ieri mattina, sul volo che ieri li ha riportati da Vienna a Roma, dopo aver firmato le pratiche burocratiche che non pensavano di dover sbrigare, l'estradizione del corpo di Susanna, la 18enne romana morta di meningite nel viaggio di ritorno dalla Giornata mondiale della gioventù a Cracovia. «Ma non ce la faccio a parlare, sono contenta che la ricordino gli altri, la sua bontà, chi era mia figlia», riesce a dire gentile al citofono la mamma.
 

 

Con il dolore dentro, ma sereni e dignitosi come sa bene chi li conosce, i familiari sono tornati a casa, all'Appio Claudio, il carro funebre con la salma di Susanna arriverà questa mattina, a prelevare il corpo della ragazza, un'agenzia conosciuta dalla famiglia. Al termine dei funerali di oggi alle 16 la giovane sarà tumulata nella tomba di famiglia a Lanuvio. «Siamo tornati tutti, solo Susanna continua questo viaggio», così anche don Alessandro il parroco di San Policarpo, sull'altare, ieri sera. Si è svolto un altro momento di preghiera alla presenza dei ragazzi che erano con lei a Cracovia. La ragazza si è sentita male l'ultimo giorno e nella tappa a Vienna è stata ricoverata d'urgenza in ospedale dove è morta dopo poco.

LA VEGLIA
A presiedere la celebrazione sarà il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini nella parrocchia dove ieri la comunità si è di nuovo radunata: letture, preghiere e canti per trovare conforto insieme. «Un momento per lasciarci consolare dalle parole della fede - ha spiegato il parroco don Alessandro Zenobbi - e per rinforzare la nostra certezza nella vita eterna. La nostra comunità sta vivendo un momento drammatico, unita al dolore della famiglia Rufi per la perdita di Susanna». Dopo il cordoglio espresso ieri dal Papa: «Un ricordo pieno di affetto va a Susanna, - ha detto nell'udienza generale - la ragazza romana, di questa diocesi, che è deceduta subito dopo aver partecipato alla Gmg. Il Signore che certamente la ha accolta in cielo, conforti i suoi familiari e i suoi amici» e nei giorni scorsi dalla Cei, per il Vicariato, don Antonio Magnotta, incaricato per la Pastorale giovanile della diocesi di Roma, ha scritto un messaggio: «Torniamo da Cracovia con occhi pieni di fede, ma anche di lacrime per la morte di Susanna, ragazza animatrice dell'oratorio di San Policarpo. Non ci vergogniamo di dire che abbiamo dentro smarrimento e confusione. Ma con la fede di cui ci siamo nutriti in questi giorni guardiamo la morte di Susanna. E con quella stessa fede gridata con tenacia e forza al Campus Misericordiae, insieme a Susanna, vogliamo esprimere il calore della Pastorale Giovanile di Roma e la fraterna vicinanza alla sua famiglia, ai sacerdoti e alla comunità di San Policarpo».
Nella parrocchia, nonostante le assenze estive, i fedeli da giorni assediano con discrezione e affetto quello che è un luogo simbolo per il quartiere e per la famiglia. Il papà Enrico, giornalista di Radioradicale suona il flauto nel coro, la sorella Margherita l'organo, Susanna faceva l'animatrice dei C'è sconcerto e solo voglia di pregare in silenzio. E di capire: «E' bene chiarire se questi vaccini vanno fatti, parlo da mamma, che si faccia una campagna seria, non si scherza con la vita», diceva ieri una parrocchiana fuori alla chiesa.

IL CAMPING IN TOSCANA
Susanna era partita per la Polonia il 24 luglio, fino al giorno prima era stata in vacanza in Maremma, in un camping a Punta Ala, con la famiglia. La Regione Toscana l'ha confermato, precisando che la Asl si è attivata, a scopo di «estrema precauzione», per sottoporre a profilassi o invitare a farlo quanti hanno soggiornato nella stessa struttura. Proprio in Toscana, a partire dal 2015, è stata registrata un'impennata di casi di meningite: in due anni sono stati 66, la quasi totalità, 52, del tipo C, l'ultimo il 19 luglio scorso, una decina i decessi.