Il leader dei presidi Mario Rusconi: «Giusto contrastare lo spaccio, ma attenti a non violare la privacy»

Il leader dei presidi Mario Rusconi: «Giusto contrastare lo spaccio, ma attenti a non violare la privacy»
di Fabio Rossi
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Venerdì 21 Settembre 2018, 08:31
Mario Rusconi, leader nel Lazio dell'Associazione nazionale dei presidi, cosa ne pensa dell'utilizzo delle telecamere per contrastare lo spaccio di droga nelle scuole della Capitale?
«Se le telecamere vengono messe fuori dagli edifici, nei pressi delle scuole, va benissimo: sono un deterrente contro eventuali tentativi di spaccio o, ancora peggio, di furti. Perché molti istituti romani non sono dotati di sistemi d'allarme e quindi sono soggetti a furti che li mettono praticamente in ginocchio: lo Stato ha difficoltà a riacquistare, per esempio, un intero laboratorio di informatica, che può costare 70-80 mila euro».

Lo stesso sistema potrebbe essere utilizzato anche all'interno delle scuole?
«No, le telecamere non devono assolutamente essere installate all'interno del circuito scolastico. Men che mai nelle aule, a meno che non ci sia una disposizione specifica da parte dell'autorità giudiziaria, per un luogo specifico».

Per quale motivo è contrario alla videosorveglianza dall'interno?
«Perché, oltre a violare la privacy degli studenti e degli insegnanti, potrebbero creare un clima di intimidazione che non deve esserci all'interno della scuola. Ma se il preside o chi per lui, segnala sospetti di attività illecite, toccherà all'autorità giudiziaria valutare le singole situazioni».

Quale strategia considera più efficace per contrastare lo spaccio tra gli studenti?
«Le unità cinofile di guardia di finanza, polizia e carabinieri devono fare controlli periodici a sorpresa fuori dalle scuole e, se richiesti dal preside, anche all'interno, se c'è la percezione che vi possano essere attività di spaccio all'interno degli istituti».

Lei, come preside, si affida molto alle forze dell'ordine per questo problema?
«Io per molti anni ho richiesto l'intervento della polizia per controlli antidroga. Nessuno si è mai lamentato e non è mai girato nemmeno mezzo grammo di hashish o di marijuana».

Dal suo punto di osservazione vede un aumento della presenza della droga negli istituti scolastici?
«L'allarme droga è presente in tutti i luoghi di aggregazione frequentati dai giovani: dal bar alla discoteca, fino alla scuola. Alcuni anni fa mi è capitato che la polizia fermasse un ragazzo che stava spacciando marijuana davanti al cancello del liceo che dirigo».

Le scuole sono pronte ad avviare una collaborazione con la polizia locale per questo progetto di sorveglianza?
«Noi abbiamo sempre chiesto di collaborare con le forze dell'ordine. Ma va considerato che, oltre alle attività di repressione, la scuola deve mettere in campo progetti di prevenzione dell'uso delle droghe, con medici, psicologi e anche operatori della polizia di Stato. La prevenzione si fa con una corretta educazione sanitaria per gli studenti, fin dalle elementari».

Ci sono iniziative concrete in programma su questo fronte?
«Ci sono le linee guida del ministero dell'Istruzione. A metà ottobre il ministro presenterà il piano sull'educazione alimentare, in cui rientra anche la completa eliminazione degli abusi. Non solo di stupefacenti, ma anche di alcol e fumo».
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