Marchini: «Ora si deve tornare a votare va costruito qualcosa di nuovo»

Marchini: «Ora si deve tornare a votare va costruito qualcosa di nuovo»
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Sabato 6 Dicembre 2014, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 14:13
Alfio Marchini, leader della lista che porta il suo nome e avversario di Ignazio Marino alle ultime elezioni comunali. Nelle carte dell'inchiesta si parla della mediazione del boss Carminati per organizzare un incontro tra lei, Luca Gramazio (capogruppo dimissionario in Regione di Forza Italia) e altre persone il 24 novembre 2013. Si dice che dovevate parlare di «un argomento importante». C'è stato questo contatto con Carminati? E se c'è stato, non lo ritiene inopportuno?

«Non ho mai visto né conosciuto questo signore. Erasmo Cinque, che conobbi da bambino, mi chiese di incontrare il capogruppo di Forza Italia Luca Gramazio, presentandolo come un giovane in gamba e persona seria e per bene. Mi vennero a trovare in delegazione con il consigliere comunale Quarzo».



Di cosa avete parlato?

«Mi chiesero che gli esponessi il progetto politico al quale stavo lavorando. Poi non se ne fece nulla, tanto è vero che alle successive elezioni per la Città metropolitana rifiutai di votare i loro candidati, malgrado avessero fatto esplicita richiesta al nostro capogruppo. Ho appena parlato con Cinque, il quale potrà confermare che i fatti sono andati esattamente così. Ignoro quali rapporti potesse avere e se li avesse con Carminati, persona che ovviamente non ho mai visto né conosciuto. Ricordo, per la cronaca, che il sottoscritto e la mia famiglia sono sempre stati un obbiettivo anche al tempo dei rapimenti della famigerata banda della Magliana».



Ma valutando gli elementi emersi in questa inchiesta, a partire dal rapporto tra Luca Gramazio e Massimo Carminati (secondo l'ordinanza della procura Gramazio era parte dell'organizzazione), non teme che volessero usarla per fare cadere un sindaco non amico dell'organizzazione?

«La debolezza di Marino è nei fatti. Oltre il 90% dei romani boccia la sua azione di governo della città e in due anni non ho mai sentito da parte del sindaco una sola autocritica. È sempre colpa di qualcuno».



Cosa significa?

«Questa operazione furbesca di passare come la vittima non regge. Scoprire, ad esempio, solo dopo due anni che la grande priorità di Roma sono le periferie non è colpa né dei poteri forti, né dei poteri occulti che vanno stroncati, ma è figlia della sua incapacità di leggere il disagio dei romani e proporre soluzioni credibili e concrete».



Cosa pensa di quanto è successo oggi in Consiglio comunale?

«Il Consiglio ha perso da subito la sua funzione di garanzia delle istituzioni. Come segno di discontinuità e dimostrando assoluto disinteresse per le poltrone, subito dopo le elezioni proposi di affidare a M5S la commissione trasparenza. Il vecchio consociativismo si mise all'opera e centro destra e centro sinistra si spartirono tra loro tutte le poltrone. In quell'occasione capii molte cose. Oggi ho deciso di non partecipare a questa inutile messa in scena».

Secondo lei ora sarebbe giusto andare a votare?

«Assolutamente sì. C'è un clima di veleni come questa vicenda dimostra. È il colpo di coda del consociativismo che ho sempre indicato come il cancro di questa città: per decenni di giorno hanno finto di litigare e di notte si spartivano tutto. È indispensabile ridare voce al popolo sovrano».



Ma la lista Marchini non dovrebbe invece aiutare la giunta Marino in questo drammatico momento per la città di Roma?

«No. Abbiamo provato ad aiutarlo con una opposizione dura ma propositiva. Abbiamo raccolto oltre diecimila firme su 13 proposte di delibere popolari su precisi temi per migliorare la vita dei romani. Il sindaco si era impegnato pubblicamente a farle sue. Ancora aspettiamo. È il tempo di costruire qualcosa di nuovo, che vada oltre i partiti e che chiami a raccolta le migliori risorse di questa città».



Si ricandiderà a sindaco?

«Certamente e questi veleni rafforzano ancor di più la mia determinazione. Due anni fa denunciai pubblicamente che a Roma si respirava un clima mafioso, dove tutto e nulla è permesso a seconda di avere l'amico giusto al posto giusto per ottener una licenza o un lavoro. Non mi sbagliavo. I diritti dei cittadini sono stati trasformati in favori da chiedere in cambio del proprio voto. È ora di voltare pagina».