IL PD FA QUADRATO
La temperatura in aula Giulio Cesare sale, con le donne elette nella maggioranza che si schierano a braccia conserte a difesa degli scranni di sindaco e giunta. «Dispiace che l’aula sia oggetto di una vergognosa manifestazione di Fratelli d’Italia - attacca il capogruppo democrat Francesco D’Ausilio - Piena solidarietà al presidente Coratti e sostegno alla sua decisione sull’ammissibilità degli ordini del giorno». Con il presidente del consiglio comunale si schiera anche Enrico Gasbarra: «Il confronto e la dialettica politica sono il fondamento della democrazia così come lo è il rispetto delle istituzioni e della loro funzionalità - sottolinea il segretario regionale Pd - L’atteggiamento che alcuni membri e partiti dell’opposizione stanno avendo in questi giorni in Campidoglio non ha nulla a che fare con i legittimi diritti delle forze politiche di minoranza». Ma Fabrizio Ghera, capogruppo Fdi, promette battaglia: «Faremo di tutto per liberare Roma e i romani da Marino e dalla sua maggioranza incapace».
BATTAGLIA DI RICORSI
Dopo la mannaia degli uffici capitolini, restano ora da votare 655 ordini del giorno di Rossin, 19 di Ghera, 18 di Alemanno, 13 della Belviso, 5 di Giordano Tredicine (Pdl), 4 di Lavinia Mennuni (Ncd), 3 di Svetlana Celli (Lista Marino), uno a testa di Marco Pomarici (Ncd), Mino Dinoi (gruppo misto) e Alfredo Ferrari (Pd). Completamente azzerati, invece, i 96 mila presentati dalla Lista Marchini. Attesa una valanga di ricorsi al Tar, annunciati praticamente da tutti i gruppi di opposizione. Sull’altro fronte Gemma Azuni (Sel) attacca Pomarici, che l’avrebbe insultata durante la bagarre, minacciando querele.
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