Lotta per la casa, dopo gli arresti il movimento scende in piazza: tensione in via del Tritone

Lotta per la casa, dopo gli arresti il movimento scende in piazza: tensione in via del Tritone
di Luca Lippera
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Giovedì 13 Febbraio 2014, 18:21 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 12:53

Due contusi, tanti fumogeni, cassonetti rovesciati e bombe carta. Dopo l’annuncio degli arresti per gli scontri del 31 ottobre scorso, circa mille aderenti ai

movimenti di lotta per la casa stanno tuttora manifestando in Centro “per protesta contro i provvedimenti restrittivi” e sono diretti alla sede della Prefettura vicino a piazza Venezia. Il corteo, partito nel tardo pomeriggio da Porta Pia, è proseguito per piazza dei Cinquecento, piazza Barberini, via del Tritone ed è stato incanalato da polizia e carabinieri lungo la galleria del Traforo. Alcuni manifestanti a quel punto hanno fatto esplodere quattro maxi-petardi il cui boato è stato amplificato dalle volte del tunnel che conduce a via Nazionale. L’obbiettivo resta la Prefettura di Roma di fronte a piazza Santi Apostoli.

«Siamo convinti che siano lì i veri responsabili della nostra situazione», hanno ripetuto lungo il percorso i dimostranti.

Hanno preso parte al corteo almeno duecento immigrati extracomunitari, una cinquantina di sudamericani e alcune giovani ucraine con figli piccoli al seguito. Due persone tra cui un passante sono rimaste contuse vicino alla Stazione Termini per lo scoppio di altri due petardi: sono stati portati in ospedale in codice verde. Per fortuna niente di grave.

Polizia e carabinieri hanno seguito il corteo con quattro blindati, una dozzina di auto di servizio, un elicottero dall’alto e un centinaio di uomini con scudo e manganello.

Alcuni fumogeni sono stati lanciati in largo Santa Susanna, in piazza Barberini e poco prima della sede del Messaggero in via del Tritone. Slogan e striscioni rivendicano il diritto a ottenere in qualunque modo una casa: «E’ ingiusto pagare mille euro al mese – hanno urlato i dimostranti – per questo le case ce le siamo prese». L’anno scorso i cosiddetti movimenti, un magma in cui si mescola di tutto – famiglie sfrattate, comitati inquilini, immigrati regolari e immigrati clandestini, centri sociali vicini alla galassia dell’ultrasinistra, sindacati di base, veri indigenti e professionisti della protesta estrema – avevano occupato abusivamente diversi immobili in un blitz organizzato contemporaneamente in diverse zone della città. La Questura, nei mesi successivi, ha ordinato ed eseguito lo sgombero di molti dei fabbricati presi in mano illegalmente dai comitati di lotta. Durante la manifestazione sono stati gridati anche slogan contro il sindaco di Roma Ignazio Marino. «Il vertice sulla disoccupazione giovanile – protestano i dimostranti – è stato spostato da Roma a Milano perché qualcuno ha paura delle nostre lotte». «Le battaglie sociali – aggiungono – non si arrestano: i compagni in carcere vanno liberati».

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