L'appello della mamma di Ciro Esposito: «Vi scongiuro, niente violenza»

L'appello della mamma di Ciro Esposito: «Vi scongiuro, niente violenza»
di Laura Bogliolo e Davide Gambardella
3 Minuti di Lettura
Sabato 10 Maggio 2014, 10:26
Vi prego, vi scongiuro, nessuna violenza domenica, nessuna vendetta: Ciro un bravo ragazzo ed questo che vorrebbe, il calcio sport, amicizia.



Trova la forza di parlare, Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, pensa agli altri giovani, a chi potrebbe finire come suo figlio, ancora in condizioni critiche al Policlinico Gemelli per quella pallottola che era rimasta conficcata a pochi millimetri dalla spina dorsale.



I TIMORI

Si teme che la partita Roma-Juventus di domenica possa essere il teatro di nuovo scontri. Ciro, che è un semplice tifoso, non un ultrà, è in rianimazione, in prognosi riservata vista ancora la necessità di supporti vitali. Dovrà invece essere sottoposto a un nuovo intervento chirurgico l'altro ferito, Gennaro Fioretti, che oggi ha ricevuto la visita della madre di Esposito. A Napoli l’autolavaggio di famiglia dove lavora Ciro viene portato avanti dagli zii e dai cugini. Nel capoluogo partenopeo, intanto, arrivano segnali di distensione per il tanto temuto match di domenica a Roma. Bocche cucite negli ambienti ultrà azzurri, anche se qualcuno si lascia scappare che «probabilmente domenica non accadrà nulla perché si vuole tenere un profilo basso dopo quello che è successo prima della finale di Coppa Italia».



INTERROGATORI

Spari, un ferito gravissimo, l’ultrà della Roma Daniele de Santis accusato di aver sparato e la difficile ricostruzione di quei minuti di violenza. Continua ad esserci paura nei quartieri vicini all’Olimpico, da Ponte Milvio a Tor di Quinto, dove in pochi minuti è scoppiata la guerriglia. Paura che domenica possa accadere di nuovo, che la violenza possa far piombare nel caos un intero quadrante di Roma nord. «Una cosa è certa: io chiuderò tutto e non sarò lì, ho paura, me ne andrò» dice Donatella Baglivo, la responsabile del Ciak Village che insieme al compagno e a un’amica ha soccorso De Santis. I genitori del tifoso ultrà sono andati a ringraziare Donatella per aver aiutato il figlio. I genitori di De Santis non possono vederlo perché è a Regina Coeli. Intanto proseguono le indagini. Ieri Baglivo, il compagno Ivan La Rosa e l’amica ottantenne presente durante il pestaggio sono stati ascoltati di nuovo dai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio.



LA PISTOLA

Due, hanno sottolineato gli inquirenti, gli errori compiuti: aver preso la pistola con le mani e aver gettato acqua contro gli aggressori. Secondo i racconti l’arma trovata sotto il cancello del Ciak è stata raccolta prima da La Rosa poi gettata da Baglivo in un cestino dell’immondizia. L’acqua è fondamentale perché potrebbe aver lavato tracce di polvere da sparo. L’esame dello stub su De Santis infatti risulta negativo. Lunedì verrà effettuato un esame delle impronte sulla pistola calibro 7.65 con matricola abrasa usata per il ferimento dei tre tifosi del Napoli. Intanto un’altra voce della Roma ferita ieri si è fatta sentire. «Quando ho saputo che c'era un ragazzo in fin di vita per colpi d'arma da fuoco sono rimasto basito e mi si è gelato il sangue perché ho rivissuto quello che poteva vivere una famiglia in quelle condizioni» le parole di Cristiano, fratello di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso nel 2007 nella stazione di Badia al Pino dal colpo di pistola esploso da un poliziotto.

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