Il sistema di drenaggio dell’acqua è stato installato a Cinecittà perché la stazione forma una specie di conca più bassa rispetto alle stazioni di Anagnina e Arco di Travertino. Le pompe hanno il compito di togliere l’acqua in eccesso e mandarla alle fogne. Ma durante gli acquazzoni degli ultimi giorni le fogne non riuscivano più a ricevere, restituendo l’acqua alle gallerie. Una delle due pompe, inoltre, si è bloccata a causa dei detriti finiti nei condotti, che si sono accumulati e hanno creato un tappo. «E se non fosse stato per il grande lavoro svolto dai vigili del fuoco e dai tecnici Acea, la metro sarebbe ancora ferma», spiegano da Atac. Ma ciò di cui sono sicuri gli esperti è che se si ripeterà una condizione meteo come quella di lunedì scorso (troppa pioggia in poco tempo) esiste il rischio concreto che gli allagamenti e il blocco della metro, si ripetano. Un sistema simile a quello di Cinecittà è in funzione anche alla stazione Barberini. Ma per garantire una sorta di aiuto alle pompe idrovore, è stato creato un maxi serbatoio per convogliare parte dell’acqua in eccesso, cosa che non esiste a Cinecittà. Ecco perché secondo i tecnici servirebbe non solo un lavoro di manutenzione serio sugli impianti, ma anche una sorta di ricondizionamento di quelli esistenti, implementando le potenzialità delle pompe.
Sulla linea A, invece, esiste un problema grave. I carrelli dei convogli Caf arrivati nel 2005 sono consumati. Le ruote vanno cambiate, ma nei magazzini di Atac esistono solo i ricambi per completare un paio di treni. Ricambi che vengono custoditi per ora come una «riserva», nel caso in cui si verifichi qualche emergenza. Fatto sta che già due convogli, dei 54 usati lungo la linea A, sono fermi in officina. Altri - sono sicuri i tecnici che verificano l’esercizio - si fermeranno: è una questione di tempo e di usura. Il costo dei pezzi di ricambio è di poco meno di due milioni di euro. Ma ovviamente per cambiare le ruote è necessario un programma: serve tempo.
A completare il quadro la marea di infiltrazioni che creano problemi sia sulle banchine, troppo spesso allagate dall’acqua che passa attraverso i muri, che sui sistemi elettrici di scale mobili e ascensori, molto spesso fuori uso. A questo va aggiunta la scarsa manutenzione programmata negli anni dall’azienda, che oggi ricade sulla testa del gestore di turno, ma che ha una storia antica.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout