Mondo di mezzo, chiesto aumento di pena per Carminati: «Riconosciuto boss dagli stessi criminali»

Mondo di mezzo, chiesto aumento di pena per Carminati: «Riconosciuto boss dagli stessi criminali»
di Michela Allegri
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Giovedì 29 Marzo 2018, 13:16 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 17:04
«Carminati è un boss, così come lo chiamano i criminali nelle intercettazioni, riconoscendolo come capo e obbedendogli in virtù del potere criminale che gli riconoscono». Così il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini nel corso della sua requisitoria per il processo d'appello «Mondo di mezzo».

Il procuratore generale ha poi chiesto un aumento di pena per Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, contestando l'associazione di stampo mafioso. Per l'ex Nar, considerato il capo e organizzatore del gruppo, sono stati chiesti 26 anni e 6 mesi (in primo grado ne aveva avuti 20) e per Buzzi 25 anni e 9 mesi, a fronte di una condanna a 19 anni inflitta in primo grado. Per quello che è considerato il braccio armato di Carminati, Riccardo Brugia, il pg ha chiesto 24 anni, mentre per lo "spezzapollici" Matteo Calvio sono stati chiesti 18 anni. I pm hanno chiesto un insaprimento di pena anche per Luca Gramazio, l'ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio: in primo grado era stato condannato a 11 anni e oggi l'accusa ha sollecitato a suo carico una pena di 18 anni e 6 mesi. 

Per la segretaria di Buzzi, Nadia Cerrito, la procura ha sollecitato una condanna a 13 anni e 6 mesi. Quattordici anni e 6 mesi è la richiesta per l'ex amministratore delegato dell'Ama, Franco Panzironi. Per l'ex presidente pd dell'assemblea capitolina, Mirko Coratti, la procura chiede una riduzione di pena: 4 anni e 6 mesi, a fronte di una condanna in primo grado a 6 anni. E' stato chiesto un lieve sconto anche per Mario Cola, Franco Figurelli, Guido Magrini e Pierpaolo Pedetti. Sollecitata la conferma del giudizio di primo grado, invece, per Stefano Bravo, Sergio Menichelli, Marco Placidi, Daniele Pulcini, Mario Schina, Andrea Tassone, Giordano Tredicine.

Gli inquirenti hanno chiesto al collegio di pronunciare una 
«sentenza coraggiosa», ribaltando, almeno per quanto riguarda la contestazione di mafia, la decisione dei giudici di primo grado, che avevano derubricato il reato in associazione a delinquere semplice e avevano riconosciuto l'esistenza di due differenti gruppi criminali, uno dedito alla corruzione e l'altro alle estorsioni. «I testimoni e le vittime delle intimidazioni quando sono venuti in aula, hanno avuto paura a parlare», ha aggiunto il magistrato, sottolineando l'influenza di Carminati sul presunto sodalizio.
 
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