Bimbo trovato nel fiume a Maccarese: «Morto prima di cadere nel canale»

Bimbo trovato nel fiume a Maccarese: «Morto prima di cadere nel canale»
di Mirko Polisano
3 Minuti di Lettura
Venerdì 21 Ottobre 2016, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 08:31

Una proroga di 72 ore per capire come è morto Alessandro Elisei, il bambino di 11 anni finito in un canale a Maccarese. Una tragedia che resta avvolta nel mistero. Il medico legale ha chiesto ancora ulteriori esami e più giorni prima di completare il referto e consegnare la relazione finale in procura a Civitavecchia. Un primo responso utile alle indagini forse ci sarà a partire da lunedì mattina. È stata la poca di acqua ritrovata nei polmoni a insospettire l'anatomo-patologo. Una quantità compatibile con il fisico di un undicenne, ma non sufficiente a giustificare nell'immediatezza la morte per annegamento.

ESITO SECRETATO
L'esito dell'autopsia resta ancora secretato, ma ci sono alcuni punti che non tornano ai medici dell'università La Sapienza che al momento non hanno confermato le cause del decesso. Le analisi richieste dovrebbero andare a individuare nel sangue le «diatomee», vale a dire delle alghe che popolano sia ambienti di acqua dolce che salata. Trovarle significherebbe che il piccolo Alessandro ha respirato acqua prima di morire e, soprattutto che il bambino era ancora vivo al momento della sua caduta nel canalone. È intorno a questo dato che ruotano i lati oscuri della tragedia di via Campo Salino. La prima ipotesi avanzata sin da subito dal medico legale è stata quella dell'asfissia, circostanza che nell'eventualità non esclude la teoria dell'annegamento. Sul corpicino della vittima non sono stati trovati segni evidenti di violenza. «Stiamo raccogliendo tutti gli elementi possibili per fare una valutazione completa», fanno sapere dall'istituto di medicina legale del Verano. Saranno poi gli inquirenti a dover ricostruire il quadro e gli ultimi minuti di vita di Alessandro, in base ai riscontri scientifici. Al vaglio dei medici c'è anche lo studio della posizione in cui il corpo è stato recuperato.

LO SCENARIO
Ogni dettaglio può essere utile per appurare se il bambino è stato spinto in acqua, come suppongono gli inquirenti, oppure se è scivolato dall'argine, mentre giocava con gli altri amichetti. Se, invece, i sanitari dovessero accertare che il bambino è precipitato nel canale già privo di vita si aprirebbe uno scenario diverso anche se l'ipotesi di fondo resterebbe sempre la stessa: un gioco finito in tragedia. A supportarla, c'è, pesante come un macigno, quell'inquietante video condiviso nelle chat. Un filmato girato un quarto d'ora prima del ritrovamento del piccolo Alessandro. Forse a riprendere c'era proprio uno dei coetanei che erano con lui. Le forze dell'ordine hanno già effettuato i controlli sui cellulari dei bambini e dei loro genitori per capire se nella cronologia delle conversazioni di messaggeria istantanea possano recuperare qualche traccia che porti al video.

LE APP DEI TELEFONINI
Alcune applicazioni non cancellano definitivamente i dati che rimangono all'interno dei telefonini. «Nella maggior parte dei casi spiegano fonti di polizia- grazie a particolari programmi è possibile ripristinare ed entrare in possesso dei file». In procura a Civitavecchia, dove c'è un fascicolo aperto sul caso, si sta valutando la possibilità del sequestro degli smartphone. Nelle ultime ore, intanto, sono stati analizzati anche i tabulati telefonici per stabilire una eventuale connessione tra le chiamate e gli orari della tragedia.