Paolo Pace passa al gruppo di FdI: «Nel 5 Stelle chi ha idee non ha futuro»

Paolo Pace passa al gruppo di FdI: «Nel 5 Stelle chi ha idee non ha futuro»
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 7 Giugno 2017, 14:26
«E' l'unico gruppo, quello di Fratelli d'Italia, che riesce a valorizzare la passione politica delle persone, dentro il Movimento 5 Stelle, invece, le persone capaci vengono emarginate e allontanate». Lo ripete più volte, convintamente, Paolo Pace, l'ex presidente della Garbatella (VIII Municipio) che, in rotta di collisione con il Movimento 5 Stelle ha prima rinunciato alla fascia bicolore da minisindaco passando ora alla compagine politica di centro-destra. Stamattina, in una conferenza stampa, organizzata all'ultimo minuto, il suo passaggio è divenuto ufficiale: Paolo Pace da oggi è un militante di Fratelli d'Italia.
Alla presenza del capogruppo di Fdi-An alla Camera, Fabio Rampelli e del capogruppo capitolino di Fdi-An Fabrizio Ghera e degli altri esponenti del partito, Pace ha spiegato i motivi che lo hanno portato al cambio di "casacca". Dalle lotte interne al Movimento (non solo a livello territoriale ma anche tra le stanze del Campidoglio) alla completa "deregulation" su come vengono gestiti i gruppi e i rappresentanti grillini fino «all'imbarazzante impreparazione di moltissimi consiglieri - ha spiegato Pace - con cui ho condiviso la mia breve esperienza alla guida dell'VIII Municipio».
Un esempio su tutti: «La volontà mostrata da molti consiglieri "talebani" di affossare il recupero degli ex mercati generali soltanto perché in quei luoghi nidifica il Germano reale».
In sostanza, argomenta l'ex mini-sindaco, tra i grillini non c'è futuro per chi «ha voglia di spendersi e ha delle idee o dei progetti che rispettano la legge e sono utili al territorio ma soprattutto ai cittadini». Di più, nella crisi politica che lo ha poi portato ad abbandonare la presidenza della Garbatella, anche la condizione di emarginazione e solitudine che Pace ha dovuto sopportare: «Nel M5s sono stato lasciato solo nel momento del bisogno».
Ora il suo impegno in Fratelli d'Italia potrà «essere finalmente riconosciuto - ha aggiunto Pace - potrò continuare a perorare la mia passione con un gruppo serio e credibile». Con sé Pace si porta dietro anche il suo ex braccio destro, fortemente osteggiato sia dai consiglieri grillini del Municipio che dal Campidoglio, Massimo Serafini, insieme ad altri consiglieri che durante tutta la guerra intestina al Movimento gli sono sempre rimasti accanto. 
Da sciogliere l'incognita per il futuro: in vista del voto per il rinnovo del Municipio, investito ora dal commissariamento, Pace potrebbe ricandidarsi. Benché l'ipotesi più certa, emersa anche durante la conferenza, sia quella di una corsa in quota FdI alle prossime elezioni regionali del Lazio. «Ci sono molti argomenti e tematiche territoriali ma di respiro regionale - ha spiegato ancora Pace - che mi appassionano molto» e per le quali il dipendente dell'Eni è già al lavoro. 
Inevitabile una "stoccata" alla sindaca, Virginia Raggi. «La frattura che investe la maggioranza capitolina è sotto gli occhi di tutti, persino dei ciechi - ha analizzato Pace - mi dispace per la sindaca, per la povera Virginia, con la quale ho sempre avuto rapporto bellissimi, non poter decidere nulla ed essere circondata da due tutor oltre che dal gruppo degli ortodossi, tra cui Marcello De Vito e Paolo Ferrara, che anche nella crisi del Municipio pretendevano di dettare la linea, è una condizione difficile».
Dal canto suo, il capogruppo alla Camera di FdI, Fabio Rampelli ha commentato: «Non è la prima volta che qualcuno del M5s, deluso da Grillo si accosta a noi». «Siamo convinti - ha sottolineato Rampelli - che attorno a Pace si possa raccoglie un gruppo di persone in grado di lavorare su cose concrete. Allontanando i dogmi e le teorie "sfasciste" del Movimento».
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