Roma, gira nudo per il palazzo per dare fastidio ai vicini: ecco l'ultima frontiera delle liti condominiali

Roma, gira nudo per il palazzo per dare fastidio ai vicini: ecco l'ultima frontiera delle liti condominiali
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Domenica 25 Marzo 2018, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 10:16
Atti osceni in condominio. La nuova frontiera delle liti condominiali è arrivata ai reati sessuali. Non solo pipì del cane sullo zerbino (del vicino), olio sulle scale, lanci di cric per il posto auto e di estintori dal terrazzo per interrompere festicciole altrui. Un quarantenne molesto a Montesacro, ha trovato un modo particolarmente insolente per perseguitare i vicini: girare nudo per le scale e in ascensore. E guai a mostrarsi infastiditi: «Che guardi», si è inalberato. Insolenze che venerdì mattina ha pagato con una condanna a un anno di carcere comminata a piazzale Clodio. Pena sforbiciata dalla scelta del rito, altrimenti ne rischiava tre. Nel palazzone di via Giangiorgio Trissino, a partire dalla primavera del 2016, nel mirino c'era innanzitutto la dirimpettaia, una vedova settantenne. In più occasioni appena la donna metteva il naso fuori dalla porta si ritrovava il vicino più nudo di un bronzo di Riace. La pensionata aveva deciso di sopportare, fino a quando il vicino spogliarellista si è mostrato senza slip anche alla 17enne del piano inferiore. E allora sono scattate le denunce, sostenute in aula dal pm Giancarlo Cirielli, che ha contestato il reato di atti osceni in luogo pubblico.
LA CONVIVENZA
Stalking è invece il reato addebitato a una cinquantenne, condannata a sei mesi di carcere, per aver tenuto sotto scacco per anni a Boccea una intera palazzina partendo da un presupposto strampalato: un tempo i 10 appartamenti erano del padre e se ne sentiva ancora padrona. E, alla vicina, che a differenza di altri non si è piegata a lasciare l'appartamento, lanciava olio sulle scale. Auto rigate o bruciate, posta fatta sparire, lancio di oggetti, offese e sgambetti. La casistica nel campo è variegata e oggetto di procedimenti giudiziari. Mesi fa una coppia di medici, irreprensibili, si sono ritrovati a varcare la porta di Regina Coeli per aver gettato acqua dal terrazzo, sassi contro i vetri, lanci di sterco, parolacce, e alla fine, a portarli in manette, l'assalto con un cric. Le aule di giustizia raccontano quanto sia difficile la convivenza. Il difensore dello spogliarellista condominiale di Talenti si è guardato bene a invocare il vizio di mente. Qualche rumore di troppo e il vicino che lancia un estintore.
LANCIO DI OGGETTI
Un ventiquattrenne di Donna Olimpia, sempre venerdì, si è ritrovato condannato a 10 mesi per minacce e lancio di cose. «Basta baccano. Voglio dormire», si era inalberato. Il ragazzo, difeso dall'avvocato Francesco Bicarini, nell'autunno 2014 aveva iniziato la serata lamentandosi per i rumori dalla casa di fronte. In passato era stato redarguito per il chiasso proveniente dalla sua abitazione in via Paola Falconieri. Così ha aspettato la prima occasione per vendicarsi: prima ha insultato la dirimpettaia, che stava festeggiando il compleanno con alcuni amici, poi si è presentato alla porta con un tubo di ferro da sessanta centimetri urlando «Aprite o sfondo tutto». Poi ha preso un estintore di due chili e lo ha lanciato contro il loro balcone dalla sua finestra, un appartamento al settimo piano in cui vive con la nonna. A fare le spese della furia del ragazzo anche i poliziotti accolti dal giovane con il tubo in mano: «Andatevene o ve lo rompo in testa». Di certo è andata peggio all'amministratore di un condominio a Tor De Cenci aggredito dal padrone di un Chihuahua, un filippino. Gli aveva chiesto di pulire la pipì del cane e si è ritrovato col volto tumefatto: il filippino lo aveva preso a frustate con il guinzaglio, finendo poi a processo per lesioni.
Marco Carta
Adelaide Pierucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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