LA CONVIVENZA
Stalking è invece il reato addebitato a una cinquantenne, condannata a sei mesi di carcere, per aver tenuto sotto scacco per anni a Boccea una intera palazzina partendo da un presupposto strampalato: un tempo i 10 appartamenti erano del padre e se ne sentiva ancora padrona. E, alla vicina, che a differenza di altri non si è piegata a lasciare l'appartamento, lanciava olio sulle scale. Auto rigate o bruciate, posta fatta sparire, lancio di oggetti, offese e sgambetti. La casistica nel campo è variegata e oggetto di procedimenti giudiziari. Mesi fa una coppia di medici, irreprensibili, si sono ritrovati a varcare la porta di Regina Coeli per aver gettato acqua dal terrazzo, sassi contro i vetri, lanci di sterco, parolacce, e alla fine, a portarli in manette, l'assalto con un cric. Le aule di giustizia raccontano quanto sia difficile la convivenza. Il difensore dello spogliarellista condominiale di Talenti si è guardato bene a invocare il vizio di mente. Qualche rumore di troppo e il vicino che lancia un estintore.
LANCIO DI OGGETTI
Un ventiquattrenne di Donna Olimpia, sempre venerdì, si è ritrovato condannato a 10 mesi per minacce e lancio di cose. «Basta baccano. Voglio dormire», si era inalberato. Il ragazzo, difeso dall'avvocato Francesco Bicarini, nell'autunno 2014 aveva iniziato la serata lamentandosi per i rumori dalla casa di fronte. In passato era stato redarguito per il chiasso proveniente dalla sua abitazione in via Paola Falconieri. Così ha aspettato la prima occasione per vendicarsi: prima ha insultato la dirimpettaia, che stava festeggiando il compleanno con alcuni amici, poi si è presentato alla porta con un tubo di ferro da sessanta centimetri urlando «Aprite o sfondo tutto». Poi ha preso un estintore di due chili e lo ha lanciato contro il loro balcone dalla sua finestra, un appartamento al settimo piano in cui vive con la nonna. A fare le spese della furia del ragazzo anche i poliziotti accolti dal giovane con il tubo in mano: «Andatevene o ve lo rompo in testa». Di certo è andata peggio all'amministratore di un condominio a Tor De Cenci aggredito dal padrone di un Chihuahua, un filippino. Gli aveva chiesto di pulire la pipì del cane e si è ritrovato col volto tumefatto: il filippino lo aveva preso a frustate con il guinzaglio, finendo poi a processo per lesioni.
Marco Carta
Adelaide Pierucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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