Lino Banfi: «A Roma cresciuti solo i topi, c'è degrado, anzi degradino»

Lino Banfi: «A Roma cresciuti solo i topi, c'è degrado, anzi degradino»
di Simone Canettieri
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Giovedì 5 Ottobre 2017, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 12:10

Lino Banfi l'altra sera a Di Martedì a proposito della situazione romana - da poco l'attore ha aperto un ristorante specializzato in orecchiette pugliesi in zona Cavour - ha detto: «C'è un degrado, raghezzi Ogni sindaco dice che ha trovato un casino prima di lui e dice che faremo di più. Di più qui ci sono solo i topi che sono più pesanti di prima». Apriti cielo. Le sue parole hanno fatto il solito giro. Prima rimbalzate in rete poi risputate con violenza dagli odiatori web che hanno accusato Nonno Libero di essere in sequenza: un nemico della sindaca Raggi e del M5S, quindi un amico della mafia, ma anche dei poteri forti, dei corrotti, di lamentarsi perché in fin dei conti aveva avuto problemi burocratici per il locale e via dicendo.
 



Il solito campionario di rancore gratuito, che ha fatto rimanere male il suo staff. All'inizio nemmeno glielo volevano dire di come l'avesse presa la rete perché difficilmente lo avrebbe capito. Di sicuro non è il primo artista che denuncia il degrado della Capitale, lui lo chiama «degradino», e fa venire in mente «l'urletto di dolore» che Paolo Sorrentino affidò a questo giornale. Il club di attori, registi, cantanti e uomini di sport (l'ultimo è stato il capitano della Roma Daniele De Rossi) preoccupati dalla china che ha preso la città è sempre più vasto. Tra chi va dritto e chi invece frena, di sicuro il tema c'è.

Come hanno avuto modo di spiegare anche Gigi Proietti e Carlo Verdone, per esempio. Ieri pomeriggio Banfi, contattato da Il Messaggero, ha voluto spiegare un po' meglio la sua posizione, innanzitutto prendendosi in giro.
«Io sono un attore e non volevo innescare chissà quale polemica, in televisione ho dato una botta al cerchio e una alla botte. E in fin dei conti che cosa avevo detto di sbagliato». I topi grassi? «Allora, vivo a Roma da 55 anni, sono romanista, e amo questa città. I topi? Ci sono sempre stati. Se adesso sono più grassi o più magri non lo so, raghezzi era pure una battuta».

L'attore ha capito il gioco che si è innescato e non vuole essere strumentalizzato: gli hanno fatto una domanda e lui ha risposto a modo suo. «Raggi è una brava ragazza, anzi appena eletta festeggiò il mio compleanno. Un gesto che apprezzai, adesso aspetto che mi dia la cittadinanza onoraria, le chiavi della città, un po' come Alberto Sordi, il nostro maestro. Ci tengo. Perché amo Roma, da sempre. Altrimenti sarei tornato nella mia Puglia, visto che ho deciso di investire sul settore agroalimentare. Invece non è così, sto qui».

Ma insomma Banfi da romano che tipo di città vive e vede? La Capitale è sempre più degradata? «Allora, diciamo così, almeno non si arrabbia nessuno: vedo un degradino. Non degrado, ma degradino. Di chi è la colpa non lo so. O meglio: tutti i sindaci si impegnano a migliorare la situazione, poi chi arriva trova i lasciti dei predecessori, e si ricomincia daccapo». Banfi si trova in taxi mentre parla al cellulare e gli scappa detto: «Sto passando in via Cola di Rienzo e adesso è tutto pulito, altre zone della città sono sporche, insomma normale amministrazione».
Quanto al rapporto con la sindaca Virginia Raggi l'artista spiega: «Potrebbe essere mia nipote, figuriamoci se ho interesse ad attaccarla, anzi mi scuso se le mie parole sono sembrate un affondo nei confronti di chissà chi».

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Ha un consiglio per la grillina che amministra il Campidoglio? «Non sono nessuno per dare consigli. L'unica cosa che mi sento di dirle è di mangiare di più perché la vedo sciupata, questo sì, ma il mio è un consiglio affettuoso da nonno. Anzi, se vuole è ospite del mio ristorante di orecchiette, quando vuole». Si capisce, insomma, che Nonno Libero non ha la minima intenzione di ficcarsi in una polemica. O meglio vuole uscirne subito. E in un certo senso sembra non avere interesse a far parte di quel gruppo di artisti sempre più nutrito (da Placido a Sorrentino) che a vario titolo hanno criticato nel merito l'amministrazione Raggi in questi mesi. Zero. Anzi. Prima di riagganciare il telefono racconta un aneddoto: «Tanti anni fa, un pezzo grosso, si chiamava Bettino Craxi, mi disse: Vuoi fare il senatore in Puglia? Ti eleggono subito'. E io risposi: Ma io faccio ridere. E perché, noi che facciamo?' rispose lui. A me la politica non interessa, preferisco starmene lontano il più possibile». Difficile quando c'è Roma di mezzo.

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