Roma, al liceo Virgilio droghe e "clan". La preside: «C'è un clima omertoso»

Roma, al liceo Virgilio droghe e "clan". La preside: «C'è un clima omertoso»
di Camilla Mozzetti
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Sabato 18 Novembre 2017, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 09:43

Solo chi non vuole vedere può affermare che dentro il liceo Classico Virgilio tra i più noti della Capitale vada tutto bene. Nel day-after delle bombe carta e dell'occupazione, che a distanza di un mese fa ancora parlare di sé, gli studenti si dividono tra quelli che non vogliono vedere perché conviene e quelli che, invece, pur affermando senza vergogna che dentro la scuola «gira droga» sono stanchi di pagare il prezzo più alto per «quattro mele marce che cercano lo scontro ad ogni costo». Di fronte all'ingresso di via Giulia ci sono 4 studenti del secondo anno: «Le bombe carta lanciate nei giorni scorsi dicono sono state organizzate da alcuni che non rappresentano la maggioranza di questo liceo, quattro mele marce, da cui molti di noi si dissociano».
 


Perché lo sanno da sempre e lo ripetono: «Le canne a scuola girano come succede in molti altri istituti di Roma». Nulla di nuovo. La vera notizia è che «durante l'occupazione hanno fatto entrare una quindicina di esterni che hanno pensato di tirar su qualche soldo vendendo psicofarmaci e droghe pensanti. Ha fallito il sistema di sorveglianza». «E aggiunge un'altra studentessa all'uscita sul lungotevere in un sistema di per sé illegale come l'occupazione non si è fatto altro che permettere ad altre illegalità di farsi avanti». Che a farla breve, concorda il gruppo dei 4 in via Giulia, «dire che qui ognuno di noi cerca di organizzare bordelli è falso».

LA DROGA
Certo, la droga non si può nascondere. «Anche oggi (ieri ndr) se volevi farti uno spinello, un tocchetto di erba lo recuperavi facilmente, ma il grosso delle droghe è entrato con l'occupazione, portata da chi con questo liceo non c'entra più nulla». Ex studenti ormai diplomati, giovani di altri istituti, perfino universitari. Ne hanno beneficato anche gli attuali iscritti? «Se parti con l'idea di sballarti e trovi il modo per farlo, non ti fermi». E ora dopo lo sballo e la paura due bombe carta fatte esplodere nel cortile a distanza di 24 ore per tutti quelli che alzano un grido di protesta contro i propri compagni facinorosi, c'è pure chi guarda dall'altra parte. Non parla. «L'aspetto più preoccupante - ha ricordato la preside Carla Alfano - è l'omertà diffusa». Girano voci perfino di un presunto video hard girato durante l'occupazione che attesterebbe un rapporto sessuali tra due ragazzi. «Nessuno di noi l'ha visto», spiega uno studente. Negli oltre 10 gruppi WhatsApp attivi nel liceo non c'è traccia del filmato e non risultano esserci denunce alle autorità. «Se è vero analizza un altro liceale è qualcuno di fuori entrato durante l'occupazione».

LE FAMIGLIE
Intanto le divisioni che frammentano gli studenti si propagano anche tra i genitori. Alle famiglie che hanno difeso l'occupazione, giustificando in ultimo le bombe carta e derubricandole a scoppi di petardi, ce ne sono altre che provano a difendere l'istituzione scuola. Su Facebook è nata la pagina, Dalla parte dei ragazzi. Sempre?Chiari i motivi: «Recuperare il valore della scuola come comunità, dove non si mangiano salsicce e non ci si fa di canne si legge in un post dove si pensa e si impara a crescere insieme».

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