L'OMICIDIO PECORELLI
La foto arriva dall'archivio della Procura di Perugia, dopo essere transitata in quello del Messaggero. Nella città dei baci, l'immagine arriva quando il pool dei magistrati, coordinati dall'allora sostituto procuratore Fausto Cardella, cerca di dare un autore (venne indagato e assolto Carminati) e un mandante (venne indagato e assolto Andreotti) all'omicidio di Mino Pecorelli, giornalista a conoscenza, come Moro, di tanti segreti italiani. Anche per Pecorelli si segue per un po' la pista dei calabresi. E così si arriva all'interrogatorio di Ubaldo Lauro, collaboratore di giustizia. Lauro non porta acqua al giallo Pecorelli, ma parla tanto di Nirta. Dice: «...a dire del Palamara, Antonio Nirta era un infame e confidente del Generale Delfino». E aggiunge: «Nirta e i De Stefano erano infami, tragediatori e legati ai Servizi Segreti dice Pasquale Condello...E Pasquale Condello dice realtà».
L'ipotesi di Nirta coinvolto nel rapimento di Aldo Moro e addirittura infiltrato nelle Brigate rosse era circolata negli anni '90, quando nell'ambito del processo “Moro quater”, il pm Antonio Marini interrogò il pentito di 'ndrangheta Saverio Morabito circa quello che l'organizzazione criminale calabrese aveva saputo sul delitto. E Morabito confermò a modo suo, annuendo e spiegando: «Nirta fu fisicamente presente al rapimento Moro». Ora parla la foto.
Immagine travagliata, con dentro altri misteri. Al tempo fu lo stesso Nucci a presentarsi in procura a Roma per consegnare tutto al pm che coordinava le indagini del sequestro Moro, Luciano Infelisi.
IL DETTAGLIO RIVELATORE
Ma la contraddizione è in agguato: alla commissione di Fioroni, Infelisi ora racconta che gli scatti non avevano particolare importanza. Ma un cronista dell'Unità dell'epoca spiega il contrario con un dettaglio: aver notato nelle stanze della questura delle gigantografie di quelle stesse foto appese, con i volti dei personaggi sullo sfondo cerchiati in rosso, anche se negli archivi non ce n'è traccia. Un cerchio rosso avrebbe indicato proprio Antonio Nirta. Già allora, quindi, correva il sospetto. E ancora. Il primo maggio del 1978, Benito Cazora, deputato Dc vicino alla famiglia Moro disse al telefono: «Dalla Calabria mi hanno chiamato per informarmi che in una foto presa sul posto quella mattina, si individua un personaggio a loro noto». A chi si riferisce Cazora? Sicuramente alla 'ndrangheta e probabilmente a un loro affiliato. Il doppiogiochista Antonio Nirta, detto Toni “Due Nasi”. Chissà perché.