Da Vigna Stelluti a Ponte Milvio, l'abito buono della mafia nelle vie della Roma bene

Da Vigna Stelluti a Ponte Milvio, l'abito buono della mafia nelle vie della Roma bene
di Raffaella Troili
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Sabato 6 Dicembre 2014, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 08:31
Le parole sussurrate, le minacce al parcheggiatore abusivo, gli incontri al mercato Parioli, gli appuntamenti al tavolo. L'ufficio di rappresentanza è in un gazebo del bar Vigna Stelluti.







Non è una scelta casuale, Massimo Carminati, sceglie il cuore del quartiere per il suo, di quartier generale. E sceglie il ritrovo storico della destra estrema di Roma nord, fin dagli anni di piombo frequentato anche da Brugia. Siamo a Vigna Clara, nel salotto bene di Roma nord, tra le vetrine chic e le signore biondissime, nel quadrilatero urbano «che ha per confini ideali via Flaminia–corso Francia ad est, via Cassia ad ovest, via Vilfredo Pareto a nord e via Luigi Bodio a sud». Qui è zona sua, e lui rimarca il controllo del territorio, tanto che tenta pure di recuperare un orologio scippato a un passante, da due ladri in scooter, «non famo noi i reati qua...».

Qui - dove con un certo reciproco fastidio s'incontrano lui ed Ernesto Diotallevi - è rimasto però forte il vincolo di solidarietà con gli esponenti di destra. Perché «è normale che hai più feeling con un vecchio camerata - spiega Grilli in un interrogatorio - molti adesso sono diventati politici, chi è deputato, chi è senatore, però sono tutta gente cresciuta in quell'ambiente e questi rapporti rimangono e negli anni se devi chiede un favore, una cosa, è facile che hai rispondenze quando c'hai un appoggio di questo tipo». Altro punto di ritrovo, resta piazza Stefano Jacini, a Vigna Clara, ancora oggi frequentata da ex Nar e vecchi amici di Brugia. Tra questi, fino a poco prima che morisse l'ideologo di destra Paolo Signorelli.



IL BENZINAIO

«Perché tanto nella strada glielo devi dire... aaa come ti chiami? comandiamo sempre noi... non comanderà mai uno come te nella strada. E nella strada tu c'avrai sempre bisogno»: il manifesto programmatico dell'organizzazione criminale per gli investigatori, tant'è che l'altro luogo chiave «centro d'interesse del sodalizio» è la stazione di rifornimento Eni di corso Francia di proprietà di Roberto Lacopo. Un posto anonimo eppure frequentatissimo infatti i filmati intercettano per anni incontri ravvicinati e minacce anche fisiche. Dall'utenza fissa partono telefonate inequivocabili: «Qua deve portà i soldi... E' il benzinaio», qui il cecato si fa consegnare un televisore da 60 pollici. A pochi metri di distanza da un altro luogo sotto osservazione, il negozio Blu Marlyn della compagna del boss, di via villa Severini. Alle spalle del benzinaio, c'è la Collina Fleming, con la pasticceria Fleming, anche questa frequentata da ex estremisti di destra. Nell'area della movida, dei ristoranti in e dei locali che chiudono all'alba, a Ponte Milvio s'incontrano e si alleano esponenti criminali.



PONTE MILVIO

Un mondo parallelo a quello dei giovani che arrivano da tutta Roma e che affollano la zona, con le microcar e il bicchiere in mano. Nel 2012 avviene una lite dentro al pub Coco Loco, non sono ragazzi ubriachi i protagonisti, in quel momento nel bar ci sono pregiudicati che operano per conto del clan di Michele Senese, il figlio di Nicoletti, camorristi e albanesi, a vendicare poco tempo dopo quel tentativo di estorsione, tutti sanno nell'ambiente che è Carminati. Il bene e il male, il divertimento e il malaffare si mescolano. Poco lontano in via Flaminia vecchia troviamo il Factory club, cocktail bar, del figlio di Carminati (proprietario di molti campi di paintball) e di altri amici di zona. E ancora: in via Riano due concessionarie, “Concept garage srl” dove capitava d'incontrare Giovanni De Carlo e lo stesso Carminati, i boss si fanno rivendere le macchine, incassano i saluti deferenti di commercianti e imprenditori che chiedono protezione. S'incontrano, come dimostrano le intercettazioni, con politici collusi sulle tavole del Casale lungo la Flaminia, del Galletto sulla Cassia, del Frate sulla Tiberina. Soprattutto al Villa Brasini- Met in piazzale Ponte Milvio, nato sulle ceneri dello storico Vigna dei Cardinali, negli anni '80 nota bisca clandestina che gravitava nell'orbita della banda della Magliana. Vanno e vengono De Carlo sulla sua Audi Q7, Carminati sull'Audi a1, nel viavai di incontri è agli atti anche quello con il calciatore Giuseppe Sculli.

JET, IL RITROVO

Non c'è più da qualche anno, un altro ritrovo storico, il negozio di jeans Jet, di proprietà di Carminati, in via Marco Besso. All'apparenza ritrovo fricchettone per ragazzini alla moda, in sostanza covo di estremisti di destra poi diventati terroristi di dietro. Per sport, allenamento, il pomeriggio, con le moto andavano a scippare gli occhiali e i cappelli alle ragazze e ai ragazzi bene in motorino su corso Francia. Nella stessa via è ricominciato tutto, negli anni '90 nella palestra Sex Appeal dove Carminati, Brugia e altri fascisti rinsaldano il patto criminale, mentre belle donne in tuta e trucco perfetto, corrono ignare ma chissà sul tapis roulant. Altro ignaro punto di ritrovo, dei giovani, è il bar Mondi a via Flaminia Vecchia. E in quella zona che è nata la moda delle macchinette che si possono guidare a 14 anni. Nel regno incontrastato del Re cecato, fino a pochi giorni fa.