Roma, Kerry pranza in centro: strade chiuse, ira dei residenti

Roma, Kerry pranza in centro: strade chiuse, ira dei residenti
di Mario Ajello
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Martedì 2 Febbraio 2016, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 16:41

C ’è mancato soltanto un drone, arrivato da Foggy Bottom su via San Nicola da Tolentino. Per difendere John Kerry con la forchetta in mano e la bistecca tra i denti, nella sua trattoria prediletta dietro piazza Barberini. Per il resto, come se fossimo in un teatro di guerra e in una città coloniale da romanzo di Graham Greene (Saigon o Karachi?), Roma ha vissuto il remake di quando quattordici mesi fa il segretario di Stato americano, per mangiare un’altra bistecca nel medesimo posto, fece bloccare la città dai mini-van blindatissimi della sicurezza e dalla super-scorta che ha bloccato traffico e passaggio pedonale. Ora ci risiamo. Quindici auto corazzate, agenti segreti e cecchini dappertutto intorno ai tagliolini con porcini e tartufo e alle altre pietanze di Kerry, consumate con il ministro Gentiloni. E poi il caffè di oltre un’ora con l’emiro del Qatar, a sua volta seduto in quel ristorante. Il conto lo ha pagato di nuovo Roma, tra traffico in tilt e impraticabilità della zona. La città ospitante dovrebbe stare più attenta in questi casi. Mettere a proprio agio il visitatore è la regola base. Senza però espropriare i romani del diritto di cittadinanza, per fare stare più comodo Kerry o chi per lui. Sennò, l’ospitalità diventa sudditanza, e questo Roma non lo merita e non lo può permettere.
 

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