L'americano travolto dal treno a S.Pietro
Il macchinista: «Così l'ho investito»

L'americano travolto dal treno a S.Pietro Il macchinista: «Così l'ho investito»
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 27 Febbraio 2014, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 11:37

Un passo dopo l'altro nel buio del tunnel ferroviario di Villa Pamphili finch un convoglio, in un istante, lo ha travolto e dilaniato senza arrestare la marcia.

L'inchiesta sulla morte di John Durkin, lo studente americano di 21 anni trovato ucciso all'alba di giovedì alla stazione San Pietro, riparte da qui, dal momento dello schianto. Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Edoardo De Santis puntano a sentire il macchinista che ha investito il ragazzo.

IL VERBALE

«Ho avvertito un botto, ma non ho potuto arrestare la marcia», è stata la prima segnalazione effettuata dopo le sei del mattino di venerdì dal conducente del treno regionale Roma-Civitavecchia. «Poi ho notato sul locomotore chiazze di sangue. Ho travolto un animale o una persona?». L'interrogatorio del conducente del treno servirà a chiarire un nodo centrale del giallo: il punto del trascinamento e soprattutto l'ora. Dato che poi verrà messo a confronto con la ricostruzione delle ultime ore della notte che John Durkin avrebbe trascorso con tre amici a Campo de' Fiori prima che, come racconta il resto della comitiva, lo perdessero di vista. Amici che saranno presto convocati a Piazzale Clodio per essere di nuovo interrogati, stavolta direttamente dai magistrati.

GLI ESAMI

Come mai John Durkin, studente in un college sull'Aventino a Roma da un mese, sportivo e astemio, si trovasse da solo e a torso nudo a imboccare il tunnel di Villa Pamphili mentre albeggiava, come immortalato anche da una telecamera della stazione, lo chiarirà l'esito dell'autopsia effettuata ieri nell'istituto di medicina legale de La Sapienza. Gli inquirenti hanno sollecitato in particolare esami tossicologici e alcolemici per accertare se il giovane, al momento di quello che viene ritenuto un incidente, fosse ubriaco o sotto effetto di droghe. «Abbiamo paura che gli abbiano dato qualche cocktail micidiale, qualche sostanza che lo ha fatto disorientare», è il sospetto avanzato da alcuni dei suoi amici.

L'inchiesta, avviata con oltre ventiquattro ore di ritardo, ora deve marciare in tempi stretti. Il corpo del ragazzo era stato segnalato nella mattinata di giovedì, mentre il riconoscimento è stato effettuato solo il sabato mattina dal padre di John che ne aveva denunciato la scomparsa il giorno prima. Tim Burkin appena ha saputo che il figlio non era rientrato al college si è precipitato da Rye Beach, nel New Hampshire, a Roma insieme a suo fratello per denunciarne la scomparsa e avviare le ricerche. Ora tramite un ufficio stampa chiede riservatezza. «Comunicheremo la data dei funerali che si terranno nel New Hampshire», si è limito a far sapere. Intanto Cnn, Cbs e altri network americani continuano a parlare di una tragedia avvenuta in "circostanze non chiare". Anche l'Fbi in un primo momento ha indagato sulla scomparsa, mentre la comunità americana a Roma punta il dito contro la «bevuta facile nei pub del centro».

I PRECEDENTI

«È stato visto l'ultima volta davanti al Sloppy Sam's pub verso l'1,30 di notte», era stato il grido disperato d'aiuto degli amici che avevano lanciato su Twitter il profilo JDrukinmissing per trovare John. Nella loro ricostruzione c'è un buco di cinque ore. In quel lasso di tempo John ha vagato da solo oppure ha incontrato qualcuno, come accadde nel 2010 a due turisti americani in viaggio a Roma? Quattro anni fa, John Randolph Turner e James Kelly Cullen furono storiditi e poi uccisi con un cocktail contenente una miscela narcotica.

«Sono usciti in quattro e sono tornati in tre», ha detto la mattina dopo la tragedia una suora di uno degli istituti dove studiava John. «Dicono che lo hanno perso, che non lo hanno più trovato, abbiamo paura che abbia bevuto qualcosa che lo ha stordito». E' il sospetto anche degli inquirenti. L'ipotesi del suicidio è stata esclusa da subito. Il mattino dopo John doveva partire per Venezia con gli amici. Ed era sereno, come sempre.

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