Roma, docente ucciso sul lungotevere, la collega: «Lo schianto, poi sono svenuta Quell'uomo correva troppo»

Roma, docente ucciso sul lungotevere, la collega: «Lo schianto, poi sono svenuta Quell'uomo correva troppo»
di Alessia Marani
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Martedì 9 Ottobre 2018, 08:34
«Mi fa male tutto, ho dolori ovunque. Ricordo solo che Christopher era accanto a me, dov'è?». Ha le lacrime, si fa forza attorniata da amici e parenti. Susanna A., 52 anni, insegnante di italiano alla Scuola internazionale Dilit di via Marghera, ha il volto tumefatto, sorseggia acqua da una cannuccia, stesa nel letto del reparto di Ortopedia del San Giovanni dove da domenica sera è ricoverata in osservazione. È viva per miracolo, ha una caviglia rotta, varie contusioni e oggi sarà sottoposta a nuovi esami, come disposto dal team di ortopedici e neurochirurghi, per essere sicuri che non ci siano complicazioni, al momento escluse. Il figlio della donna, diciottenne, non la lascia sola per un attimo: «È una strage di pedoni, basta», dice.
 
 


LA DINAMICA
L'amico e collega della docente, Christopher Humphris, 72 anni, di origine neozelandese ma da quarant'anni residente a Roma, prima a Campo de' Fiori poi sulla Cassia, è stato travolto e ucciso da un Suv mentre attraversavano insieme il lungotevere Aventino, diretti verso Testaccio, alle 19,30 di domenica, dopo essere stati alla fiera della Coldiretti al Circo Massimo. «Mia figlia non ricorda il momento dell'impatto, è sotto choc - dice il padre della donna, Giuliano - ho dovuto spiegarle io con calma questa mattina (ieri, ndr) che cosa era successo, perché si è risvegliata qui in ospedale, non si rendeva conto. Mi sono fatto coraggio, le ho parlato. Siamo tutti sconvolti». Alla guida del Suv c'era un romano di 57 anni, con problemi di deambulazione, invalido al 100%, accanto a lui la moglie. Stava percorrendo la preferenziale in direzione di piazza dell'Emporio, lo schianto all'altezza del Clivo di Rocca Savella. Come invalido era autorizzato a transitare su quel tratto di preferenziale. «Quei due sono sbucati all'improvviso e non ho fatto in tempo a schivarli», ha detto ai soccorritori e le sue parole sono state messe a verbale dagli agenti del I Gruppo ex Trevi della Polizia locale.


L'uomo è indagato per omicidio stradale. Si è fermato, ha prestato soccorso, è risultato negativo ai test per alcol e droga. La sua Jeep 4 x 4 è di quelle adattate per disabili con freni e acceleratore a pulsante e, dunque, non dovrebbe arrivare a velocità eccessive. I periti verificheranno se ci sono stati guasti. «Ma se quel Suv non correva come ha potuto uccidere sul colpo Christopher? Non può essere diversamente - chiosa Giuliano - anche se mia figlia, per ora, non ricorda la dinamica e quindi non possiamo dirlo con certezza. Ci sono, però, i vigili che si stanno occupando di tutti i riscontri. Aspettiamo». Dalla stanza d'ospedale è un via vai di parenti e colleghi.

CAOS AL CIRCO MASSIMO
«Domenica il traffico intorno al Circo Massimo era impazzito, erano chiusi anche i Fori Imperiali a bus e taxi, tutti erano riversati in quella zona - afferma Costanza, in compagnia di altre amiche di Susanna - Alle otto di sera sono passata in moto proprio in quel punto, ho trovato il lungotevere sbarrato dalle pattuglie, ma mai avrei immaginato questo dramma. Susanna andrà incontro a una lunga riabilitazione, ma almeno è viva. Comunque, loro due non possono essere sbucati dal nulla, avevano già attraversato due corsie prima di mettere piede sulla preferenziale dove sono stati investiti». Lutto alla Dilit, scuola di italiano per stranieri.

IL MAESTRO
Humphris era responsabile del Dipartimento di formazione dei docenti. Una personalità brillante, appassionato della vita e del tango. Era nato a Londra, ma la famiglia si trasferì in Nuova Zelanda. Lo aspettava una vita da contadino, invece lasciò la fattoria «per vedere la vastità delle cose che non conosceva», come ripeteva agli amici. Era intenzionato a girare l'Europa, ma arrivato a Roma, decise di rimanere per sempre. Chi lo conosce lo definisce «un innovatore», con una visione del metodo scolastico diversa e avvolgente. «Girai il mio primo corto su di lui - racconta Marco Reale, videomaker , amico fraterno - un documentario ermetico sull'anima del protagonista. Christopher era un'anima libera. Lo chiamavo l'universitario di 70 anni». «Quando sei in classe, devi sempre chiederti perché fai quello che stai facendo», era il suo motto. Nella Roma che amava «il maestro» ha trovato la morte.
 
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