L'invasione degli 8 mila abusivi: «Un racket da 4 miliardi l'anno»

L'invasione degli 8 mila abusivi: «Un racket da 4 miliardi l'anno»
di Raffaella Troili
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Sabato 6 Maggio 2017, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 20:14

Non arrivano a diecimila, ma si fanno notare: occupano, avvicinano, insistono, intralciano. Presidiano i luoghi migliori della città, quelli dove la densità di turisti è maggiore. All'indomani della morte di Nian, l'esercito di ambulanti abusivi, circa 8mila, per lo più senegalesi e bengalesi, pochissimi cinesi, smercia nella capitale due generi di oggetti. Soprammobili in legno e borse contraffatte, specie i primi; pallette, magliette, tutta quella merce normale che rientra negli articoli 28/29 del Dlg 114/98 e secondo il quale si commina una multa di 5.164 euro (più sequestro e confisca) a chiunque mette in vendita sotto forma di ambulantato qualsiasi tipo di oggetto. Altro discorso le contraffazioni: per le marche falsificate si entra nel penale, il venditore rischia un procedimento. Quel che va per la maggiore sono le scarpe da ginnastica false, Adidas e Nike soprattutto. Eppure il verdetto delle analisi a cui sono state sottoposte è pericolosissimo: sono fatte con sostanze tossiche, sono dannosissime, cancerogene, ricorda un agente.

LE SPARTIZIONI
La comunità senegalese è dedita più che altro alla vendita di merci contraffatte, dalle borse ai finti rolex, alcuni si limitano a esporre oggetti di legno. I cittadini del Bangladesh si diversificano maggiormente, sono loro a vendere acqua, palline, girelle, ombrellini, occhiali in ogni angolo della città, specie nel cuore di Roma. Un'altra categoria più limitata e completamente abusiva staziona in alcuni angoli della capitale, davanti a Sant'Egidio a Trastevere, nei pressi di palazzo Braschi a Corso Vittorio: sono quanti smerciano artigianato senza licenza, gli ex articolo 121, dice chi mastica la materia: orecchini, collanine, piccola bigiotteria. Anche loro, a ondate vengono allontanati, ma poi ritornano sempre. A sentire chi dà loro giornalmente la caccia container carichi di rifornimenti arrivano dal porto di Napoli a via dell'Omo sulla Prenestina nei magazzini all'ingrosso cinesi. Paccottiglia che però affascina chi passeggia lungo i Fori Imperiali o nei pressi di piazza Navona. Appena vedono una divisa della polizia locale (ma su whatsapp hanno le foto degli agenti e vedette appostate pronte a dare l'allarme) scappano via con la merce che hanno pagato e che quindi cercano di proteggere.

Il rischio è che nella fuga travolgano i turisti per questo i vigili hanno l'ordine di evitare inseguimenti, a volte c'è una vittima sacrificale che si fa fermare e permette agli altri di dileguarsi. I guadagni sono elevati, dal momento che stazionano giornalmente nei luoghi maggiormente frequentati dai turisti, propensi a spendere: prima di lasciare la città, magari nei pressi di via Condotti, una finta borsa griffata a pochi passi dalle vie dello shopping sembra un po' più vera. Una cinquantina di euro al giorno sono assicurate, se non di più. I luoghi maggiormente afflitti dall'ambulantato abusivo sono piazza Navona, via del Corso, Fontana di Trevi e via delle Muratte, piazza di Spagna, Tridente, Trastevere, via della Lungaretta, l'area del Colosseo, via dei Fori Imperiali. Sotto assedio a fasi alterne Castel Sant'Angelo, Ponte Sant'Angelo, Ponte Sisto. Fuori dal centro particolarmente aggredite sono via Tuscolana, piazza Giuochi Delfici, Ostia (porto turistico e lungomare), alle fermate metro Rebibbia e Ponte Mammolo. All'indomani della morte tragica di Maguette Nian, l'ambulante senegalese morto dopo un blitz anti-abusivismo dei vigili urbani (sul decesso c'è un'indagine), in giro ci sono meno vu cumprà, anche perché molti sono radunati alla manifestazione organizzata in piazza Santi Apostoli in memoria del 54enne che ha perso la vita in via Beatrice Cenci. Più tardi, in serata, torneranno ad affacciarsi nelle vie più affollate dai turisti. Intanto a Castel Sant'Angelo il presidio fisso dei vigili ha per il momento annullato ogni forma di ambulantato, un paio di interventi solo al cambio turno, verso le 13, e borse sequestrate. La mattina verso le 8.30 a via Ottaviano qualcuno si è appostato, sempre con il solito tappeto di borse. Ai Fori imperiali c'è chi comincia a vendere guardingo aste per selfie, ombrellini, occhiali e cappelli, al Colosseo i venditori di acqua scappano appena si accorgono di uno sguardo di troppo, come pure l'africano che ha posato sul muretto le statuette di legno. I vigili sanno che è pericoloso, innescare corse in mezzo alla massa di turisti, c'è anche il rischio che qualcuno finisca sotto una macchina. Hanno l'ordine di non inseguire. Meglio rinforzare lorganico.

L'ALLARME
Valter Giammaria, presidente Confesercenti di Roma è stanco di ripetere alle amministrazioni che «il fenomeno è diventato ormai eclatante e sotto gli occhi di tutti. C'è un'invasione non più tollerabile. Basta vedere il giro d'affari: il valore dei prodotti contraffatti e venduti a livello nazionale è pari a circa 7 miliardi e mezzo, di cui il 35 per cento viene venduto a Roma (per un valore di 2 miliardi e 400 milioni). Il giro d'affari di tutto quel che viene venduto dagli abusivi si aggira attorno ai 4 miliardi di euro, una cifra enorme per Roma. La merce venduta su strada sta creando problemi al commercio, alla vivibilità delle strade, al decoro. Suk e labirinti che mettono in crisi il commercio e l'identità della città. Sembra una città di abusivi, pronti a rincorrere turisti. L'immagine che ne esce è inaccettabile».
 

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