Intossicati dal sushi a Roma, prime denunce per lo stand di cucina giapponese alla fiera del fumetto

Intossicati dal sushi a Roma, prime denunce per lo stand di cucina giapponese alla fiera del fumetto
di Laura Larcan
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Lunedì 6 Ottobre 2014, 06:14 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 11:48
Dopo l'intossicazione, la denuncia. Il sushi del festival del fumetto, finisce in procura. Il caso dello stand con cibo giapponese, aperto nell'ambito della kermesse

“Romics” alla Fiera di Roma, e che ieri ha spedito in ospedale quasi 40 persone per intossicazione alimentare da pesce crudo, ha preso la strada della magistratura. Prassi prevista dalla legge, come spiegano dalla direzione sanitaria del San Camillo, dove sabato sera sono arrivate oltre dieci persone in preda alle convulsioni, nausea e vomito acuto. Stessi sintomi che hanno condotto altre otto persone al sant'Eugenio, diciassette al Grassi di Ostia, e altri all'Aurelia Hospital. Gli ispettori della Asl, una volta imposta la chiusura dello stand e predisposto il sequestro degli alimenti dell'esercizio, hanno avviato la notifica alla magistratura sulla violazione delle norme igienico sanitarie. Al centro delle indagini è il cibo sequestrato dallo stand “Wabisabi”, affittato e gestito, come fanno sapere gli organizzatori di “Romics”, dai titolari del ristorante su via del Gazometro. L'ultima ad essere stata dimessa ieri, dall'ospedale San Camillo, è stata una bambina di circa 10 anni, uscita dal reparto di pediatria dopo essere rimasta sotto osservazione per l'intera giornata. Anche lei era arrivata sabato. «Tutti sono stati trattati e poi dimessi tranne la bambina, trattenuta fino a oggi (ieri per chi legge, ndr.)», racconta Antonio D'Urso direttore generale del San Camillo.



LE CAUSE

Al Sant'Eugenio sabato sera sono arrivati in otto: «Tutti giovani adulti - racconta il direttore sanitario Marina Capasso - In sei sono stati dimessi subito, mentre due sono stati trattenuti e dimessi nella mattinata». «In 17 si sono presentati al Grassi ed erano tutti giovanissimi», precisano dalla direzione sanitaria. Sulle cause dell'intossicazione, la Capasso ribadisce: «Se oltre venti persone si recano nello stesso punto vendita, mangiano le stesse cose, hanno tutti gli stessi sintomi, è altamente sospetto che si tratti di un problema nato nella cucina. Pertanto è sicuramente questo che ha determinato la tossinfezione». All'indomani dell'emergenza ricovero, se gli stessi organizzatori della kermesse Romics, hanno deciso di costituirsi parte civile per danni, il Codacons annuncia un esposto contro la Asl e gli organizzatori di Romics: «Vogliamo sapere - annuncia - quali controlli siano stati eseguiti sul fronte della sicurezza alimentare e della salute pubblica».