Strade killer a Roma, strisce in 3D per ridurre le vittime

Strade killer a Roma, strisce in 3D per ridurre le vittime
di Laura Bogliolo
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Martedì 16 Ottobre 2018, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 09:24

«Strisce pedonali illuminate al led o in 3D, segnaletica verticale che lampeggia quando c'è un pedone, cartelli che evidenziano la presenza delle zebre e il pedovelox: l'uso della tecnologia potrebbe ridurre del 50% il numero di pedoni morti sugli attraversamenti pedonali a Roma». Giordano Biserni, presidente dell'Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) non ha dubbi sulla necessità di potenziare la visibilità delle strisce «attraverso le nuove tecnologie, così come viene già fatto in altri Paesi europei». L'Asaps propone anche il «pedovelox, telecamere puntate sulle strisce per sanzionare chi non si ferma davanti a un pedone, l'utente più debole, indifeso».

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LA TECNOLOGIA
La lunga lista delle vittime (107 dall'inizio dell'anno) impone con urgenza un cambio di marcia per dare maggiore visibilità alle strisce con installazione in 3D ad esempio: creano l'illusione ottica di un ostacolo in strada, costringendo gli automobilisti a frenare. «Ma servono anche una presenza più capillare di vigili e campagne di sensibilizzazione contro la distrazione alla guida, ricordando che ci sono dei limiti che la fisica impone» spiega Biserni, per 30 anni in servizio nella Polizia Stradale. E fa un esempio: «A una velocità di 50 km/h, in 1 secondo percorriamo 14 metri e considerando lo spazio di arresto, dovremmo avere 27 metri a disposizione per frenare». Resta una certezza: mettere in sicurezza gli attraversamenti equivale a ridurre il numero di pedoni uccisi sulle strisce. «Capitò lo stesso quando a Forlì sistemammo al meglio gli attraversamenti più pericolosi, i morti si ridussero del 50%» conclude Biserni.
 



LE STATISTICHE
Nella Capitale purtroppo si fa ancora fatica ad avviare lavori per la manutenzione ordinaria, tanto che l'80% delle strisce non sono ben visibili. Servirebbero 4-5 milioni di euro per rimetterli in sicurezza, come ha spiegato la sindaca Virginia Raggi in un'intervista al Messaggero. Interventi speciali vennero avviati dal 2009 per un paio di anni, quando Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale mise in sicurezza circa 500 zone della città realizzando strisce con una vernice particolarmente visibile la sera, con una maggiore capacità di aderenza dello pneumatico e più resistente alla pioggia. «L'intervento - ricorda Umberto Guidone, segreto generale della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale - portò a evidenze statistiche con una riduzione di un terzo delle vittime: nel 2009 ci furono 65 pedoni morti, più di uno a settimana; nel 2010 quando erano in corso i lavori sulle strisce il calo fu del 34%, nel 2011 del 32%, l'anno successivo, il calo fu solo del 14%». La percentuale di vittime negli ultimi anni è aumentata: «Nel 2017 rispetto al 2010 c'è stato il 13% in più di pedoni morti, rispetto al 2016 addirittura il 29%. Ricordo, infine, che il 50% dei pedoni morti è stato travolto mentre attraversava sulle strisce, ecco perché - conclude Guidone - la visibilità delle zebre è fondamentale». Ed è sufficiente ricordare uno studio della Fondazione Ania sul tema, per convincersi ancora di più (semmai ce ne fosse bisogno) dell'importanza di strisce illuminate al led o in 3D: quando un pedone viene investito da un'auto a 50 km/h, è come se cadesse dal secondo piano di un palazzo. Non ha scampo quindi. E più aumenta la velocità, più aumentano i piani dai quali si precipita.
 

 

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