LA BATTAGLIA
Rita Coletta è a fianco di Graziella Viviano, la madre di Elena Aubry morta in moto a 25 anni per colpa di una delle tante buche della via Ostiense che adesso sta conducendo una battaglia contro le strade killer: bombolette spray per cerchiare voragini e poi sacchetti di asfalto per riempirle. «L'ho seguita in qualche iniziativa, ma io non ho il carattere forte di Graziella. Lei si è messa in testa di fare questa guerra e fa benissimo, la sostengo a modo mio. Dopo un anno e mezzo, piango ancora la morte di mio figlio e so che nessuno me lo restituirà. Il pm ha chiesto l'archiviazione del caso, se il gip dovesse accogliere la richiesta per me sarebbe come perdere Luca per la seconda volta. Come è possibile non considerare che quel tratto di strada è deformato dalla radici, che c'è un dosso dietro l'altro? Adesso l'hanno riasfaltato. Ma è dovuto morire mio figlio per fare i lavori e imporre il limite di velocità di 50 sulla Cristoforo Colombo».
L'INCIDENTE
«Io e papà usciamo con le moto». Il 26 dicembre del 2016 Luca deve restare a pranzo con la mamma ma poi cambia programma. Il figlio con un'Aprilia Derby 125, il padre con una Bmw Gs. È una bella giornata, pranzano a Ostia. «Luca ha bevuto solo acqua. Poi nel primo pomeriggio è voluto tornare a Roma perché aveva un appuntamento con la ragazza. Ma non ci è mai arrivato». Sono le 14,30 circa, all'altezza del chilometro 24,700 della Colombo, tra gli incroci di via Lido di Castelporziano e via Canale della Lingua, l'incidente. «Luca perde il controllo della moto, come se avesse incontrato un ostacolo. Andava piano perché era appena ripartito dopo lo stop al semaforo. Io li ho viste tutte quelle radici, non voglio che la morte di mio figlio resti impunita». Anche nelle prime relazioni dei vigili urbani viene annotata la presenza di dossi e avvallamenti.
Rita Coletta si è sentita sola in questo anno e mezzo. «Dal Comune nemmeno un messaggio di condoglianze, nessuno mi ha mai chiamata». A Luca è stata dedicata la palestra del liceo, c'è una targa in su memoria nell'atrio. «Stavamo organizzando la festa per i 18 anni, pensavamo di farla in spiaggia. Voglio almeno sapere perché è morto».
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