L'incidente avvenne nella stazione Vittorio Emanuele, Tomei era alla guida del convoglio numero 4 e andò a tamponare il convoglio numero 2 che lo precedeva. Al processo di primo grado furono assolti tre dirigenti della metropolitana per non aver commesso il fatto. All'epoca l'uomo si difese dicendo di non ricordare come fosse accaduto l'incidente.
Secondo l'accusa, il macchinista disattivò «il sistema di sicurezza continuo Atp (Automatic train protection) in maniera tale da poter superare il limite di velocità di 15 chilometri orario consentito dal segnale S 148 posto all'uscito della fermata Manzoni che indicava rosso permissivo, senza far entrare in funzione il freno di emergenza e blocco automatico.
Operazione che compiva senza dover spezzare il filo piombato posto a protezione di detto sistema di sicurezza continuo ma solo sfilandolo e portando perciò il convoglio alla velocità di 52 chilometri orari di tal che, accorgendosi in ritardo dell'ostacolo pur frenando andava a collidere con il treno numero 2 fermo alla stazione Vittorio Emanuele alla velocità di 42 chilometri orari».
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