Roma, l'Esercito sorveglia Castel Fusano: «Ci sono ancora aree a rischio»

Roma, l'Esercito sorveglia Castel Fusano: «Ci sono ancora aree a rischio»
di Mirko Polisano
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Sabato 12 Agosto 2017, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 11:53

A Castel Fusano come nella Terra dei fuochi. L'esercito nella pineta ha dato il via ai pattugliamenti anti-roghi. Come già accaduto in alcune aree del napoletano e del casertano, i militari dell'operazione Strade Sicure sorvegliano le zone rosse di Castel Fusano per contrastare piromani e malintenzionati, oltre che per prevenire la ripresa di qualche focolaio. Armati di mitra e defender, squadre composte da due o quattro soldati vigilano un settore specifico dei quattro quadranti in cui è stata suddivisa la pineta.


LE AREE A RISCHIO
I militari sono dotati di visori infrarossi per i pattugliamenti notturni e di un kit per lo spegnimento delle fiamme, in caso di avvistamento di un incendio. «In questo modo- spiega il tenente colonnello Francesco Alaimo, che coordina le operazioni sul terreno- evitiamo che una fiammella diventi un rogo». Un'attività di osservazione costante e h24 svolta dal 7 reggimento Bersaglieri, riconoscibili non solo dalla mimetica ma anche dal fez, il basco tipico.
«Ci sono ancora aree a rischio- ammette il comandante Alaimo- e sono quelle dove la vegetazione rigogliosa che non è stata colpita dai roghi precedenti confina con la zona bruciata, dove dal terreno ancora incandescente potrebbero crearsi nuovi focolai». Il pericolo imminente ora è proprio questo meccanismo di «combustione naturale» su cui c'è la massima attenzione. «Abbiamo già segnalato diversi casi del genere», ammette il comandante. E tra i pini secolari è subito scattata la prima fase della bonifica del polmone verde della Capitale. L'intervento prevede lo scavo intorno ai tronchi ancora incandescenti per far «respirare» le radici che covano ancora calore e dove basterebbe un combinato disposto tra le alte temperature e una folata di vento per far riesplodere l'emergenza. Sono oltre una cinquantina gli alberi che poi il servizio giardini ha provveduto a mettere in sicurezza.
«Siamo dentro una minaccia», è la sensazione dei soldati a Castel Fusano. Seppur non sono stati innescati più incendi da quando ci sono loro a presidiare la pineta, sanno che qualcuno potrebbe tornare a colpire perché il parco urbano più grande della Capitale è da almeno quindici anni al centro di business economici.
 


LA MINACCIA
Dagli appalti per il rimboschimento al piano di ricostituzione dell'ecosistema che dal 2000 non è mai stato attuato, passando per i giri di prostituzione e di compravendita dei posti letto per clochard e immigrati clandestini. I bersaglieri non hanno una data di «fine missione», come si dice in gergo. Rimarranno a vigilare gli oltre 900 ettari di pineta fino a che l'emergenza non sarà cessata: presumibilmente andranno via tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre.

IL COMANDANTE
«È la stessa operazione che nella Capitale- dice il generale Paolo Raudino, comandante della brigata Granatieri di Sardegna e del raggruppamento Lazio-Umbria-Abruzzo di Strade Sicure- garantiscono la vigilanza agli obiettivi sensibili: ambasciate, monumenti, luoghi di culto, stazioni, aeroporti e snodi ferroviari. Le attestazioni di stima che ricevono giornalmente gli uomini e le donne dell'esercito impiegati nell'operazione sono un forte segnale che la nostra presenza contribuisce ad incrementare enormemente la percezione di sicurezza da parte di tutta la popolazione. Non a caso, ogni volta che si palesa un'emergenza o accadono spiacevoli episodi che minacciano la sicurezza pubblica viene invocato da molte parti l'impiego dell'Esercito, da sempre al servizio della collettività e punto di riferimento per il Paese».