Roma, impiegata delle Poste prelevava i risparmi dei clienti: a giudizio

Roma, impiegata delle Poste prelevava i risparmi dei clienti: a giudizio
di Adelaide Pierucci
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Venerdì 29 Aprile 2016, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 09:45

Comodamente seduta sulla poltrona della sua postazione si insinuava nel sistema informatico delle Poste e prelevava a piacimento i risparmi dei correntisti. E' così che Elisabetta Latino, impiegata di un ufficio postale (in servizio a Roma e a Latina) in un anno ha ripulito conti per 140.000 euro. Per la funzionaria infedele ieri il pm Eugenio Albamonte ha sollecitato il rinvio a giudizio con l'accusa di truffa, sostituzione di persona ma anche corruzione. In un caso la donna infatti avrebbe preteso una mazzette per permettere al figlio di un pensionato defunto di riscuotere la pensione del padre per oltre cinque mila euro. In quel caso l'impiegata per entrare nel sistema informatico di Poste Italiane avrebbe utilizzato le credenziali di un collega all'oscuro del suo raggiro.
 
Al primo prelievo della pensione però la Latino avrebbe battuto cassa: su millesettentotrenta euro ne ha pretesi una parte per se, consegnando al figlio del pensionato defunto, suo complice nel raggiro, «solo» mille euro. Le sparizioni di routine sui conti, invece, variavano dai tremila ai sedicimila euro, con la media dei diecimila. A distanza di un paio di anni dai fatti però tutte le vittime sono state risarcite da Poste Italiane e l'impiegata sospesa dal servizio.
Non un caso isolato, però. Altre impiegati delle Poste (Eur, Aurelio e Santa Severa) ora sospesi rischiano di finire a processo. Dalle scrivanie controllavano i conti più ricchi e li segnalavano a complici truffatori che, una volta ottenute le coordinate, falsificavano i documenti a nome degli intestatari e procedevano agli incassi. Per loro il pm Clelia De Cecilia ha contestato l'associazione a delinquere.