FEBBRE ALTA
«Aveva la febbre alta, nausea e diarrea, è arrivato la notte tra mercoledì e giovedì, si è messo a dormire e non si è più svegliato». Teklay Berhan, 27 anni, etiope è deceduto ieri mattina nello stabile di via Collatina 385 dove dal 2004 vivono oltre 500 immigrati. A raccontarlo e a dare il nome della vittima che non aveva documenti è la compagna del giovane. L’ambulanza del 118 è stata chiamata ieri mattina ma per Teklay non c’era più niente da fare. A stroncarlo un arresto cardiaco: quella febbre alta ha fatto subito temere il rischio di una grave malattia infettiva. Il commissariato Prenestino ha messo a disposizione dell’autorità giudiziaria il corpo del ragazzo che verrà sottoposto ad autopsia. Teklay era sbarcato ad Agrigento, poi la fuga con la compagna. È arrivato a Catania dove ha preso un pullman per la stazione Tiburtina. Qui ha incontrato un connazionale che gli ha parlato del palazzo di via Collatina. Ha dormito qualche ora nella stanza 198 al quarto piano, ha provato a bere un po’ di latte, la febbre non scendeva. Si è addormentato e non si è più svegliato. L’altra vittima è stata trovata fuori il Selam Palace: nessun segno di violenza sul corpo, morte per arresto cardiaco. «Dormiva al primo piano della struttura, dove ci sono gli stanziali, ma ancora non conosciamo la sua storia» dice Flavio Ronzi, presidente della Croce Rossa di Roma.
RISCHIO SANITARIO
Per alcuni l’uomo, africano, potrebbe far parte dei migranti che secondo l'Unchcr sono stati lasciati la scorsa settimana alla stazione Anagnina dopo essere stati portati da Taranto in pullman. «Abbiamo difficoltà a monitorare la situazione sanitaria dei migranti in transito a Roma - dice Ronzi - c’è un rischio generale di malattie». «La febbre - spiega Donatella D’Angelo, medico dell’associazione Cittadini del Mondo - è semplicemente una conseguenza della disidratazione, arrivano in Italia stremati e non ricevono assistenza». Proprio ieri al Selam Palace in un conferenza stampa si è parlato delle condizioni dei migranti.
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