Ex calciatore si finge un Casamonica e minaccia farmacista: «Se non mi dai i soldi, ti sparo»

Ex calciatore si finge un Casamonica e minaccia farmacista: «Se non mi dai i soldi, ti sparo»
di Marco Carta
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Martedì 18 Settembre 2018, 07:56 - Ultimo aggiornamento: 12:21
Dai sogni di gloria rincorrendo un pallone da calcio insieme a Daniele De Rossi e Alberto Aquilani, suoi compagni di squadra nelle giovanili della Roma, fino all'oblio: «Sono dei Casamonica. Sono venuto a ritirare i 150 euro del pizzo». È così che Ilario Ricozzi, giovane promessa della primavera giallorossa nei primi anni 2000,  si è presentato sabato pomeriggio nella farmacia San Cleto in via Montecassiano. Voleva raggranellare qualche soldo fingendo di appartenere al temibile clan sinti. Invece, dopo aver ottenuto 40 euro dal farmacista terrorizzato, è stato fermato dai carabinieri di Montesacro e arrestato per estorsione, per aver minacciato il titolare dell'esercizio commerciale, «simulando il possesso di una pistola dietro la schiena».

LA DINAMICA
«Se non mi dai i soldi, ti sparo e per il futuro avrai ripercussioni sulla tua attività». In questo modo il 34enne aveva provato ad intimorire il titolare della farmacia, che mai aveva subito richieste di pizzo. Con fare da boss Ricozzi era riuscito a farsi consegnare tutto l'incasso, ventilando possibili vendette future contro il negozio. Poi, quando ieri mattina Ricozzi si è ritrovato a piazzale Clodio per la convalida dell'arresto, ha cambiato atteggiamento. E di fronte al giudice monocratico ha dato vita ad un lungo sfogo: «Giocavo a calcio nella Roma, poi ho iniziato a bere. Non sono un Casamonica. Nemmeno li conosco. Ho detto così perché avevo bisogno di denaro. Non lavoro, guadagno qualche soldo giocando a calcio nelle categorie inferiori», ha spiegato Ricozzi, rispondendo alle domande del pm d'aula Donatella Plutino.

I SOGNI INFRANTI
Sognava l'esordio in Serie A, come i suoi compagni più illustri Daniele De Rossi, attuale capitano della Roma, Alberto Aquilani o Simone Pepe, forse i più famosi esponenti di quella generazione d'oro di campioncini, cresciuta nella cantera giallorossa sotto lo sguardo vigile di Bruno Conti, all'epoca responsabile del settore giovanile. Invece per l'ex difensore centrale, le cose sono andate diversamente: prima una carriera calcistica deludente, passata a girovagare fra le serie minori senza troppa fortuna. Poi i guai con la giustizia: i precedenti per stalking nei confronti dell'ex fidanzata, i maltrattamenti in famiglia, e infine l'accusa di estorsione, che per ora gli è valsa gli arresti domiciliari con il braccialetto, in attesa del processo.
 
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