Roma, crollo a Ponte Milvio, il palazzo non è assicurato: la rabbia degli inquilini

Roma, crollo a Ponte Milvio, il palazzo non è assicurato: la rabbia degli inquilini
di Rosalba Emiliozzi
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Lunedì 26 Settembre 2016, 08:27
«Il Comune crei un fondo di copertura per le emergenze, noi condomini non abbiamo responsabilità in ciò che è successo, la nostra vita non può essere ulteriormente aggravata». A parlare è il medico-eroe Fabio D'Andrea, che è diventato un po' il portavoce della palazzina crollata a Ponte Milvio. Il medico, la notte del crollo, ha salvato nove persone. Ed è uno dei nove proprietari dell'edificio al civico 5, quello piegato in due. Dopo aver perso la casa ieri hanno saputo che dovranno pagare 250 mila euro per demolire il palazzo e smaltire le macerie. L'assicurazione non copre i danni strutturali, quindi tocca a loro. Una cifra che appare mostruosa e raddoppia lo choc dei proprietari sfollati, compatti nel procedere con «una causa civile», dice D'Andrea, nel caso siano accertate eventuali responsabilità di terzi. «Secondo noi potrebbero esserci stati danni alle fondamenta a causa di bombe d'acqua», aggiunge.
Anche il parroco don Luigi Storto ha parlato di questa anomalia durante la messa dei bambini delle 10,30. «Sembra che debbano buttare giù il palazzo a spese loro dopo essere rimasti senza casa e non aver fatto nulla di male» ha detto il sacerdote.
Dalle 11 fino a dopo le 20 di ieri si sono susseguite una serie di riunioni in parrocchia tra gli sfollati per parlare di costi, nomina di avvocati, incarico di periti, sopralluoghi, indagine della Procura, ricostruzione in sintonia col Piano casa e «possibilità di aumenti di cubatura» ha detto qualcuno.
IL PIANO D'AZIONE
Insomma un piano d'azione discusso anche con l'ingegnere Massimo Cilifrese, l'amministratore di condominio Riccardo Chiarinelli e tre avvocati, Emilia Parisi e Marco Scialdone, che sono anche due proprietari, e Jacopo Squillante, cognato del medico-eroe. I 120 senzatetto hanno deciso di costituire un comitato che agirà insieme ma con strategie e avvocati diversi. Perché? «Perché noi abbiamo avuto la palazzina distrutta e abbiamo altre esigenze e altri tempi rispetto a chi ha solo l'inagibilità (tre palazzine, ndr)», spiega il medico D'Andrea. A fine serata il campo delle ipotesi era aperto, ed era scontro sulle cause. L'ingegnere ha parlato della «sensazione abbastanza concreta che ci sia tra le cause la componente acqua, la cui provenienza è da accertare» ha precisato solo Cilifrese che si è occupato anche del crollo al Flaminio. E rimanda tutto agli accertamenti tecnici. Un altro geologo, in mattinata durante la riunione, aveva cercato di spiegare ai condomini che tra le cause ci «potrebbe essere, probabilmente, una cavità anche naturale sotto al palazzo che lo fatto crollare, bisogna capire il perché» .
LA PAURA
Ieri pomeriggio le famiglie del civico 7 A-B-E - tre palazzine rosse - sono state evacuate per precauzione per pochi minuti perché il palazzo lesionato, quello al civico 5, si stava muovendo e pareva crollare in diretta, ma il pericolo è subito rientrato e c'è stato il nulla osta dei vigili del fuoco a rientrare, ma in pochi però se la sono sentita di tornare a dormire a casa. Il primo sopralluogo del consulente della Procura è questa mattina alle 9,30, ci sarà anche il perito nominato dai condomini Cilifrese. Il pm indaga per crollo colposo. E' stato già sentito l'amministratore di condominio: «Ho fatto una deposizione al magistrato, ho detto che sono da 6 o 7 anni amministratore, che non c'erano crepe e non sono stati fatti lavori. L'ascensore? Non c'è» dice Chiarinelli.
Durante la riunione di ieri una delle proprietaria, Gioia M., 62 anni, traduttrice tv, ora sfollata a Trevignano, si è sentita male: «Come faremo a pagare la demolizione? - dice - Non abbiamo più niente? Mi sembra una follia che nove condomini debbano accollarsi una spesa enorme quando hanno perso tutto. L'assicurazione? Purtroppo la polizza non copre i crolli strutturali, bisogna fare un'assicurazione specifica». Si è anche parlato di affidarsi dall'azienda Tecres per togliere le macerie e ricostruire, la ditta ha già operato nel crollo di piazzale Flaminio.