Morto in caserma, inchiesta per omicidio: otto indagati per il sottufficiale precipitato in cortile due anni fa

Morto in caserma, inchiesta per omicidio: otto indagati per il sottufficiale precipitato in cortile due anni fa
di Silvio Gentile
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Giovedì 15 Settembre 2016, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 08:11
Il sospetto adesso è che Antonino Drago, Tony, caporale siracusano di 25 anni, precipitato nel cortile della caserma Sabatini di Roma due anni fa, possa essere stato ucciso. Il fascicolo era stato archiviato troppo in fretta, era stata la famiglia a opporsi alla decisione della procura e il gip a sollecitare una nuova perizia. Il pm Alberto Galanti ha iscritto sul registro degli indagati i nomi degli otto militari per concorso colposo «in istigazione al suicidio o in omicidio volontario» commesso da ignoti. Saranno i periti, incaricati ieri dal giudice Angela Gerardi, a stabilire in sede di incidente probatorio, se le ferite sul corpo del militare siano compatibili con la caduta e a ricostruire la dinamica del volo. A chiarire, insomma, se sia stato un omicidio

GLI INDAGATI
«Era stato vittima di episodi di nonnismo», ha dichiarato a verbale un amico di Tony, riferendo anche un episodio preciso avvenuto al buio in camerata, quando il militare aveva riconosciuto i suoi aggressori e aveva deciso di denunciarli. La circostanza è stata ritenuta credibile. Il sospetto è che Tony sia stato indotto al suicidio o, addirittura, assassinato. Per questo motivo, il magistrato ha indagato i superiori gerarchici di Drago, accusati di non aver vigilato su quanto avveniva in caserma, Paolo Lorenzi, Gianpaolo Torcigliani, Salvatore Adragna Paolo Esposito, Giuseppe Zarbano, Daniele Marino, Roberto Cucuzza e Simone Lampis. Gli autori delle vessazioni o di una possibile aggressione fatale, invece, sono in corso di identificazione.

L'esercito aveva etichettato il caso come suicidio: Drago si sarebbe lanciato dalla finestra di un bagno in disuso, al secondo piano della palazzina. Quattro commilitoni avevano testimoniato che era depresso. La procura era arrivata alla stessa conclusione: Tony ha avvicinato una sedia al davanzale della finestra, ci è salito e si è buttato. Ma gli aspetti oscuri sono molti, a cominciare da alcune ferite sul corpo che, secondo una perizia di parte, «risalirebbero ad almeno tre giorni prima della morte». Fondamentale, poi, la testimonianza dell'amico.

L'INCIDENTE PROBATORIO
Adesso il gip chiede ai periti di accertare «i mezzi e le cause della morte e se le lesioni riportate dalla vittima siano nella totalità riconducibili alla precipitazione o se risultino compatibili con altra modalità traumatica». Il sospetto è che il militare possa essere stato picchiato prima di precipitare dalla finestra. Gli accertamenti dovranno anche stabilire se le lesioni riportate «siano riconducibili a un unico evento e se siano da ritenersi contestuali». I quesiti riguardano anche la compatibilità «totale o parziale» del volo da un'altezza di 10,60 metri, tenuto conto del punto di impatto del corpo della posizione del cadavere. Saranno misurate le traiettorie della caduta, per stabilire se la distanza di «rinvenimento del corpo senza vita di Drago e le misurazioni eseguite nell'immediatezza dell'evento, risultino compatibili con la dinamica descritta in atti».